lunedì 19 marzo 2012

Le parole del Papa alla GMG: Denver 1993

Voliamo oggi negli Stati Uniti per rivivere la GMG di Denver rileggendo il messaggio preparatorio del S.Padre, la sua Omelia e l'angelus. Per chi poi volesse leggere tutti gli altri testi vi invito a cliccare qui:



MESSAGGIO
DI GIOVANNI PAOLO II
PER LA VIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU'
«Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).
Carissimi giovani!
1. Dopo gli incontri di Roma, di Buenos Aires, di Santiago de Compostela e di Czestochowa, prosegue il nostro pellegrinaggio sulle strade della storia contemporanea. La prossima tappa sarà a Denver, nel cuore degli Stati Uniti, presso le Montagne Rocciose del Colorado, dove, nell'agosto del 1993, si svolgerà l'VIII Giornata Mondiale della Gioventù. Là, assieme a tanti giovani americani, si raduneranno, come già è accaduto nei precedenti appuntamenti, ragazzi e ragazze di ogni nazione, quasi a rappresentare la fede più viva o, almeno, la ricerca più appassionata dell'universo giovanile dei cinque continenti. Queste ricorrenti manifestazioni non vogliono essere un rito convenzionale, cioè un avvenimento che trae la sua giustificazione dal suo stesso ripetersi; esse nascono piuttosto da una necessità profonda, che trova origine nel cuore dell'essere umano e si riflette nella vita della Chiesa, pellegrina e missionaria. Le Giornate e i Raduni Mondiali della Gioventù segnano provvidenziali momenti di sosta: servono ai giovani per interrogarsi sulle loro aspirazioni più intime, per approfondire il loro senso ecclesiale, per proclamare con crescente gioia ed audacia la comune fede in Cristo, morto e risorto. Sono momenti in cui molti di loro maturano scelte coraggiose ed illuminate, che possono contribuire ad orientare l'avvenire della storia sotto la guida, insieme forte e soave, dello Spirito Santo. Assistiamo nel mondo al «succedersi degli imperi», al susseguirsi cioè di tentativi di unità politica che determinati uomini hanno imposto nei confronti di altri uomini. I risultati stanno sotto gli occhi di tutti. Non è possibile costruire un'unità vera e duratura mediante la costrizione e la violenza. Un simile traguardo può essere raggiunto solo costruendo sul fondamento di un comune patrimonio di valori accolti e condivisi, quali, ad esempio, il rispetto della dignità dell'essere umano, l'accoglienza della vita, la difesa dei diritti dell'uomo, l'apertura al trascendente e alle dimensioni dello spirito. In tale prospettiva, rispondendo alle sfide del tempo che cambia, il raduno mondiale dei giovani vuole essere seme e proposta di una nuova unità, che trascende l'ordine politico, ma lo illumina. Esso si fonda sulla consapevolezza che solo l'Artefice del cuore umano è in grado di rispondere adeguatamente alle attese che in esso albergano. La Giornata Mondiale della Gioventù diviene, allora, annuncio di Cristo che proclama anche agli uomini di questo secolo: «Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).
2. Entriamo così in pieno nel tema che guiderà la riflessione durante quest'anno di preparazione alla prossima «Giornata». Nelle varie lingue esistono termini diversi per esprimere ciò che l'uomo non vorrebbe assolutamente perdere, ciò che costituisce la sua attesa, il suo desiderio, la sua speranza; ma nessuna parola come il termine «vita» riesce in ogni lingua a riassumere in maniera pregnante ciò a cui l'essere umano massimamente aspira. «Vita» indica la somma dei beni desiderati ed al tempo stesso ciò che li rende possibili, acquisibili, duraturi. La storia dell'uomo non è forse segnata dalla spasmodica e drammatica ricerca di qualcosa o qualcuno che sia in grado di liberarlo dalla morte e di assicurargli la vita? L'esistenza umana conosce momenti di crisi e di stanchezza, di delusione e di opacità. Si tratta di un'esperienza di insoddisfazione che ha precisi riflessi in tanta letteratura e in tanto cinema dei nostri giorni. Alla luce di un simile travaglio è più facile comprendere le particolari difficoltà degli adolescenti e dei giovani che s'avviano con cuore trepido incontro a quell'insieme di promesse affascinanti e di oscure incognite che è la vita. Gesù è venuto per dare risposta definitiva all'anelito di vita e d'infinito, che il Padre celeste creandoci ha inscritto nel nostro essere. Al culmine della rivelazione, il Verbo incarnato proclama: «Io sono la vita» (Gv 14,6), ed ancora: «Io sono venuto perché abbiano la vita» (Gv 10,10). Quale vita? L'intenzione di Gesù è chiara: la vita stessa di Dio, che sorpassa tutte le aspirazioni che possono nascere nel cuore umano (cfr. 1Cor 2,9). In effetti, per la grazia del Battesimo, noi siamo già figli di Dio (cfr. 1Gv 3,1-2). Gesù è venuto incontro agli uomini, ha guarito ammalati e sofferenti, ha liberato indemoniati e risuscitato morti: ha donato se stesso sulla croce ed è risuscitato, manifestandosi così come il Signore della vita: autore e sorgente della vita imperitura.
3. L'esperienza quotidiana ci dice che la vita è segnata dal peccato ed insidiata dalla morte, nonostante la sete di bontà che pulsa nel nostro cuore e il desiderio di vita che percorre le nostre membra. Per poco che siamo attenti a noi stessi ed agli scacchi a cui l'esistenza ci espone, noi scopriamo che tutto dentro di noi ci spinge oltre noi stessi, tutto ci invita a superare la tentazione della superficialità o della disperazione. E' proprio allora che l'essere umano è chiamato a farsi discepolo di quell'Altro che infinitamente lo trascende, per entrare finalmente nella vita vera. Esistono profeti ingannatori e falsi maestri di vita. Ci sono innanzitutto maestri che insegnano ad uscire dal corpo, dal tempo e dallo spazio per poter entrare nella «vita vera». Essi condannano la creazione e, in nome di uno spiritualismo ingannevole, conducono migliaia di giovani sulle strade di una impossibile liberazione, che li lascia alla fine più soli, vittime della propria illusione e del proprio male. Apparentemente all'opposto, i maestri «dell'attimo fuggente» invitano ad assecondare ogni istintiva propensione o brama, col risultato di far cadere l'individuo in una angoscia piena di inquietudine, accompagnata da pericolose evasioni verso fallaci paradisi artificiali, come quello della droga. Ci sono pure maestri che situano il senso della vita esclusivamente nella ricerca del successo, nell'accaparramento del denaro, nello sviluppo delle capacità personali, senza riguardo per le esigenze altrui né rispetto per i valori, talora neppure per quello fondamentale della vita. Questi ed altri tipi di falsi maestri di vita, numerosi anche nel mondo contemporaneo, propongono obiettivi che non solo non saziano, ma spesso acuiscono ed esasperano la sete che brucia nell'anima dell'uomo. Chi potrà, dunque, misurare e colmare le sue attese? Chi, se non Colui che, essendo l'autore della vita, può appagare l'attesa che Egli stesso ha posto dentro al suo cuore? Egli s'avvicina a ciascuno per proporre l'annuncio di una speranza che non inganna; Egli, che è contemporaneamente la via e la vita: la via per entrare nella vita. Da soli, noi non sapremmo realizzare ciò per cui siamo stati creati. C'è in noi una promessa, per la cui attuazione ci scopriamo impotenti. Ma il Figlio di Dio, venuto tra gli uomini, ha assicurato: «Io sono la via, la verità e la vita» (cfr. Gv 14,6). Secondo una suggestiva espressione di Sant'Agostino, Cristo «ha voluto creare un luogo in cui rendere possibile a ciascun uomo di incontrare la vita vera». Questo «luogo» è il suo Corpo ed il suo Spirito, in cui l'intera realtà umana, redenta e perdonata, viene rinnovata e divinizzata.
4. In effetti, la vita di ciascuno è stata pensata e voluta prima che il mondo fosse e, ben a ragione, possiamo ripetere con il Salmista: «Signore, tu mi scruti e mi conosci... sei tu che hai creato le mie viscere... Mi hai plasmato nel seno materno» (cfr. Sal 139). Questa vita, che era in Dio sin dal principio (cfr. Gv 1,4), è vita che si dona, che nulla per sé trattiene e, senza risparmiarsi, liberamente si comunica. E' luce, «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). E' Dio, venuto a porre la sua tenda in mezzo a noi (cfr. Gv 1,14), per additarci la strada dell'immortalità propria dei figli di Dio e per rendercela accessibile. Nel mistero della sua croce e della sua risurrezione, Cristo ha distrutto la morte e il peccato, ha abolito la distanza infinita esistente tra ogni uomo e la vita nuova in lui. «Io sono la risurrezione e la vita - Egli proclama - chi crede in me, anche se muore, vivrà, chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno» (Gv 11,25). Cristo realizza tutto ciò elargendo il suo Spirito, datore di vita, nei sacramenti; in particolare nel Battesimo, sacramento che fa dell'esistenza ricevuta dai genitori, fragile e destinata alla morte, un cammino verso l'eternità; nel sacramento della Penitenza che rinnova continuamente la vita divina grazie al perdono dei peccati; nell'Eucaristia «pane di vita» (cfr. Gv 6,27), che nutre i «viventi» e rende saldi i loro passi nel pellegrinaggio terreno, così da consentir loro di dire con l'apostolo Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20).
5. La vita nuova, dono del Signore risuscitato, si irradia poi ad ogni ambito dell'esperienza umana: in famiglia, a scuola, nel lavoro, nelle attività d'ogni giorno e nel tempo libero. Essa comincia a fiorire qui e ora. Segno della sua presenza e della sua crescita è la carità: «Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita - afferma San Giovanni - perché amiamo i fratelli» (1Gv 3,14) con un amore fattivo e nella verità. La vita fiorisce nel dono di sé agli altri, secondo la vocazione di ciascuno: nel sacerdozio ministeriale, nella verginità consacrata, nel matrimonio, così che tutti possano, in atteggiamento di solidarietà, condividere i doni ricevuti soprattutto con i poveri e i bisognosi. Colui che «rinasce dall'alto» diventa, così, capace di «vedere il regno di Dio» (cfr. Gv 3,3), e di impegnarsi nell'edificare strutture sociali più degne dell'uomo e di ogni uomo, nel promuovere e difendere la cultura della vita contro qualsiasi minaccia di morte.
6. Carissimi giovani, voi vi fate interpreti di una domanda, che spesso vi viene rivolta da tanti vostri amici: Come e dove possiamo incontrare questa vita, come e dove possiamo viverla? La risposta potrete trovarla da voi stessi, se cercherete di dimorare fedelmente nell'amore di Cristo (cfr. Gv 15,9). Voi sperimenterete allora direttamente la verità di quella sua parola: «Io sono... la vita» (Gv 14,6) e potrete recare a tutti questo gioioso annuncio di speranza. Egli vi ha costituiti suoi ambasciatori, primi evangelizzatori dei vostri coetanei. La prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Denver ci offrirà un'occasione propizia per riflettere insieme su questo tema di grande interesse per tutti. Occorre, allora, prepararsi a questo importante appuntamento, anzitutto guardandosi intorno per reperire e quasi fare un censimento di quei «luoghi» in cui Cristo è presente come sorgente di vita. Possono essere le Comunità parrocchiali, i gruppi e i movimenti di apostolato, i Monasteri e le Case religiose, ma anche singole persone mediante le quali, come accadde ai discepoli di Emmaus, Egli riesce a scaldare il cuore e ad aprirlo alla speranza. Carissimi giovani, con spirito di gratuità sentitevi direttamente coinvolti nell'impresa della nuova evangelizzazione, che tutti ci impegna. Annunciate Cristo «morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (2Cor 5,15).
7. A voi, carissimi giovani degli Stati Uniti, che ospiterete la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, è data la gioia di accogliere come un dono dello Spirito l'incontro con i molti ragazzi e ragazze, che da ogni parte del mondo giungeranno pellegrini nel vostro Paese. A questo già vi state preparando mediante una fervida attività spirituale ed organizzativa, che interessa ciascuna componente delle vostre Comunità ecclesiali. Auspico di cuore che un evento così straordinario contribuisca a far crescere in ciascuno l'entusiasmo e la fedeltà nel seguire Cristo e nell'accogliere con gioia il suo messaggio, fonte di vita nuova. Vi affido, per questo, alla Vergine Santissima, per mezzo della quale abbiamo ricevuto l'Autore della vita, Gesù Cristo, Figlio di Dio e nostro Signore.
Con affetto tutti vi benedico.
15 agosto 1992



CELEBRAZIONE EUCARISTICA
NEL «CHERRY CREEK STATE PARK» DI DENVER
OMELIA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II

Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria
Domenica, 15 agosto 1993

"Grandi cose ha fatto, in me l’Onnipotente" (Lc 1, 49)
Amati giovani, e cari amici in Cristo,
1. Oggi la Chiesa, come Maria, si trova sulla soglia della casa di Zaccaria ad Ain-Karim. Con la nuova vita che si muove dentro di lei, la Vergine di Nazaret si affrettò a recarsi lì, subito dopo ilFiat dell’Annunciazione, per essere di aiuto a sua cugina Elisabetta. Fu Elisabetta che per prima riconobbe le "grandi cose" che Dio stava compiendo in Maria. Ripiena di Spirito Santo, Elisabetta si meravigliò che la madre del suo Signore fosse venuta da lei (cf. Lc 1, 43). Con una profonda intuizione del mistero, essa affermò: "Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore" (Lc 1, 45). Con l’anima piena di umile gratitudine verso Dio, Maria rispose con un inno di lode: "Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, e Santo è il suo nome" (Lc 1, 49).
In questa solennità la Chiesa celebra il culmine delle "grandi cose" che Dio ha compito in Maria: la sua gloriosa Assunzione al cielo. E per tutta la Chiesa lo stesso inno di lode, il Magnificat, risuona come fece la prima volta ad Ain-Karim: Tutte le generazioni ti chiameranno beata (cf. Lc 1, 48).
Riuniti ai piedi delle Montagne Rocciose, che ci ricordano come anche Gerusalemme fosse circondata da monti (cf. Sal 124, 2), e che Maria era salita tra quei monti (cf. Lc 1, 39), siamo qui per celebrare l’"ascesa" di Maria alla Gerusalemme celeste, alla soglia del Tempio Eterno della Santissima Trinità. Qui a Denver, nella Giornata Mondiale della Gioventù, i figli e le figlie cattolici d’America, insieme ad altri "di ogni tribù, lingua, popolo e nazione" (Ap 5, 9), si uniscono a tutte le generazioni che da allora hanno proclamato: Grandi cose ha fatto l’Onnipotente in te, Maria – e per tutti noi, membri del suo popolo pellegrino! (cf. Lc 1,  49).
Con il cuore pieno di lode per la Regina del Cielo, segno di speranza e fonte di conforto nel nostro pellegrinaggio di fede alla "Gerusalemme celeste" (Eb 12, 22), saluto tutti voi qui presenti a questa Solenne Liturgia. È una gioia per me vedere tanti sacerdoti, religiosi e laici di Denver, dello Stato del Colorado, di tutte le parti degli Stati Uniti, e di tanti Paesi del mondo, che si sono uniti ai giovani della Giornata Mondiale della Gioventù per rendere onore alla vittoria definitiva della grazia in Maria, la Madre del Redentore.
2. L’Ottava Giornata Mondiale della Gioventù è una celebrazione di vita. Questo incontro ha rappresentato l’occasione per una seria riflessione sulle parole di Gesù Cristo: "Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza" (Gv 10, 10). Giovani di tutti gli angoli della terra, in ardente preghiera avete aperto i vostri cuori alla verità della promessa di Cristo di nuova Vita. Attraverso i Sacramenti, soprattutto la Riconciliazione e l’Eucaristia, e grazie all’unione e all’amicizia che si sono create tra tanti di voi, avete fatto un’esperienza reale e trasformatrice della nuova Vita che soltanto Cristo può dare. Voi, giovani pellegrini, avete inoltre dimostrato di capire che il dono di Cristo della Vita non è soltanto per voi. Siete diventati maggiormente consapevoli della vostra vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo. Per me, il nostro incontro è stata una profonda e commovente esperienza della vostra fede in Cristo, e faccio mie le parole di San Paolo: "Sono molto franco con voi e ho molto da vantarmi in voi. Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione" (2 Cor 7, 4).
Queste non sono parole di vuoto orgoglio. Confido che abbiate afferrato la portata della sfida che avete dinanzi e che avrete la saggezza e il coraggio di affrontarla. Molto dipende da voi.
3. Questo mondo meraviglioso – tanto amato dal Padre che ha mandato il suo unico Figlio per la sua salvezza (cf. Gv 3, 17) – è il teatro di un’interminabile battaglia che viene combattuta per la nostra dignità e identità quali esseri liberi, spirituali. Questa lotta riecheggia il combattimento apocalittico descritto nella Prima Lettura di questa Messa. La morte lotta contro la Vita: una "cultura della morte" cerca di imporsi al nostro desiderio di vivere, e di vivere pienamente. Vi sono alcuni che respingono la luce della vita, preferendo "le opere infruttuose delle tenebre" (Ef5, 11). La loro messe è l’ingiustizia, la discriminazione, lo sfruttamento, l’inganno, la violenza. In ogni età, un metro del loro apparente successo è la morte degli Innocenti. Nel nostro secolo, come mai prima nella storia, la "cultura della morte" ha assunto una forma sociale e istituzionale di legalità per giustificare il crimine più orrendo contro l’umanità: il genocidio, "soluzioni finali", "pulizie etniche", e il massiccio "togliere la vita agli esseri umani prima ancora della loro nascita, o anche prima che siano arrivati al naturale traguardo della morte" (Dominum et vivificantem, 57).
La Lettura odierna dal Libro dell’Apocalisse presenta la Donna circondata da forze ostili. La natura assoluta del loro attacco è simboleggiata nell’oggetto della loro intenzione malvagia: il Bambino, il simbolo di nuova vita. Il "drago" (Ap 12, 3), il "principe di questo mondo" (Gv 12, 31) e il "padre della menzogna" (Gv 8, 44), cerca incessantemente di sradicare dai cuori umani il senso di gratitudine e di rispetto per l’originale, straordinario e fondamentale dono di Dio: la stessa vita umana. Oggi questa battaglia è diventata sempre più diretta.
4. Cari amici, questo incontro a Denver sul tema della vita deve portarci a una più profonda consapevolezza dell’intima contraddizione presente in una parte della cultura della moderna "metropoli".
Quando i Padri Fondatori di questa grande Nazione hanno gelosamente racchiuso alcuni inalienabili diritti nella Costituzione – e qualcosa di simile esiste in molti paesi e in molte Dichiarazioni Internazionali – lo hanno fatto perché riconoscevano l’esistenza di una "legge" – una serie di diritti e doveri – scolpita dal Creatore nel cuore e nella coscienza di ciascuna persona.
In gran parte del pensiero contemporaneo ogni riferimento a una "legge" garantita dal Creatore è assente. Rimane soltanto ciascuna scelta individuale di questo o quell’obiettivo come conveniente o utile in un dato contesto di circostanze. Non esistono più cose considerate intrinsecamente"buone" o "universalmente vincolanti". I diritti vengono affermati, ma, poiché non hanno alcun riferimento con una verità oggettiva, vengono privati da ogni solida base. Ampi settori della società sono confusi su quanto è sbagliato, e sono alla mercé di coloro che hanno il potere di "creare" l’opinione e di imporla agli altri.
È soprattutto la famiglia ad essere attaccata. E viene negato il carattere sacro della vita umana. Naturalmente sono i membri più deboli della società i più a rischio: i non nati, i bambini, gli ammalati, gli handicappati, gli anziani, i poveri e i disoccupati, gli immigrati e i rifugiati, il Sud del mondo!
5. Giovani pellegrini, Cristo ha bisogno di voi per illuminare il mondo e per mostrare il "sentiero della vita" (Sal 16, 11). La sfida è quella di rendere il "sì" della Chiesa alla Vita concreto ed efficace. La lotta sarà lunga, e ha bisogno di ciascuno di voi. Mettete la vostra intelligenza, i vostri talenti, il vostro entusiasmo, la vostra compassione e la vostra fortezza al servizio della vita!
Non abbiate paura. L’esito della battaglia per la Vita è già deciso, anche se la lotta va avanti in circostanze avverse e con molta sofferenza. Questa certezza viene dichiarata nella Seconda Lettura: "Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti... così tutti riceveranno la vita in Cristo" (1Cor 15, 20-22). Il paradosso del messaggio cristiano è questo: Cristo – il Capo – ha già vinto il peccato e la morte. Cristo nel suo Corpo – il popolo di Dio pellegrino – continua a subire l’attacco del Maligno e di tutto il male di cui è capace l’umanità peccatrice.
6. A questo punto della storia, il messaggio liberatore del Vangelo della Vita è stato messo nelle vostre mani. E la missione di proclamarlo fino agli estremi confini della terra sta per essere affidata alla vostra generazione. Come il grande Apostolo Paolo, anche voi dovete avvertire tutta l’urgenza del compito: "Guai a me se non predicassi il Vangelo" (1Cor 9, 16). Guai a voi se non riuscirete a difendere la vita. La Chiesa ha bisogno delle vostre energie, del vostro entusiasmo, dei vostri ideali giovanili per far sì che il Vangelo della Vita permei il tessuto della società trasformando i cuori della gente e le strutture della società al fine di creare una civiltà di autentica giustizia e di amore. Ora più che mai, in un mondo che spesso è senza luce e senza coraggio di nobili ideali, la gente ha bisogno della spiritualità fresca e vitale del Vangelo.
Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza nelle piazze della città dei centri e dei villaggi. Non è tempo di vergognarsi del Vangelo (cf. Rm 1, 16). È tempo di predicarlo dai tetti (cf. Mt 10, 7). Non abbiate paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di raccogliere la sfida di far conoscere Cristo nella moderna "metropoli". Dovete essere voi ad andare "ai crocicchi delle strade" (Mt 22, ) e a invitare tutti quelli che incontrate al banchetto che Dio ha apparecchiato per il suo popolo. Il Vangelo non deve essere tenuto nascosto per paura o indifferenza. Non è stato concepito per essere custodito in privato. Deve essere messo sopra un podio cosicché il popolo possa vedere la sua luce e rendere lode al nostro Padre celeste.
Gesù è venuto a cercare gli uomini e le donne di questo tempo. Li ha impegnati in un dialogo aperto e sincero, quale che fosse la loro condizione. Quale Buon Samaritano della famiglia umana si è fatto vicino al popolo per sanarlo dei suoi peccati e guarirlo delle ferite che la vita infligge, e per condurlo infine alla casa del Padre. Giovani delle Giornata Mondiale della Gioventù, la Chiesa vi chiede di andare, nel potere dello Spirito Santo, verso quanti vi sono vicini e quanti vi sono lontani. Condividete con loro la libertà che avete trovato in Cristo. Le persone hanno sete di autentica libertà interiore. Anelano alla Vita che Cristo è venuto a dare in abbondanza. Il mondo, all’approssimarsi di un nuovo millennio, a cui tutta la Chiesa sta preparandosi, è come un campo pronto per essere mietuto. Cristo ha bisogno di operai pronti a lavorare nella sua vigna. Giovani cattolici del mondo, non deludetelo. Nelle vostre mani, portate la Croce di Cristo. Sulle vostre labbra le parole di Vita. Nei vostri cuori la garanzia salvifica del Signore.
7. Nel momento della sua Assunzione, Maria è stata "portata alla Vita" – corpo e anima. Lei è già parte delle "primizie" (1 Cor 15, 20) della Morte e della Risurrezione redentrici del nostro Salvatore. Il Figlio ha preso da lei la sua vita umana; a sua volta le ha dato la pienezza della comunione nella Vita Divina. Lei è l’unico altro essere in cui il mistero si è già completamente compiuto. In Maria la vittoria finale della Vita sulla morte è già una realtà. E, come insegna il Concilio Vaticano Secondo: "La Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione che la rende senza macchia e senza ruga" (Lumen gentium, 65). Nella Chiesa e attraverso la Chiesa, anche noi speriamo in "un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per noi" (cf. 1 Pt 1, 4).
Sei benedetta, O Maria!
Madre del Figlio eterno
nato dal tuo seno verginale,
tu sei piena di grazia (cf. 
Lc 1, 28).
Hai ricevuto l’abbondanza della Vita (cf. 
Gv 10, 10)
come nessun altro
tra i discendenti di Adamo ed Eva.
Come la più fedele tra coloro
che "ascoltano la parola di Dio" (
Lc 11, 28),
non solo hai serbato
e meditato questo mistero nel tuo cuore (cf. 
Lc 11, 2; Lc 11, 19Lc 11, 51),
ma lo hai osservato nel tuo corpo
e lo hai nutrito con l’amore generoso
di cui hai circondato Gesù
per tutta la sua vita terrena.
Quale Madre della Chiesa,
ci guidi ancora
dal tuo posto nel cielo
e intercedi per noi.
Ci conduci a Cristo,
"La Via, la Verità e la Vita" 
(
Gv 14, 16)
e ci aiuti a crescere in santità
vincendo il peccato (cf. Lumen gentium, 65).
8. La Liturgia ti presenta, o Maria,
come la Donna rivestita di sole (cf. 
Ap 12, 1).
Ma tu sei rivestita
ancor più splendidamente
della luce divina,
che può diventare la Vita
di quanti sono stati creati
a immagine e somiglianza
di Dio stesso: "la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta" (
Gv 1, 4-5).
O Donna rivestita di sole,
giovani del mondo 
ti salutano con tanto amore
;
sono venuti a te 
con tutto il coraggio
 dei loro giovani cuori.
Denver li ha aiutati
a diventare più consapevoli della Vita
che il tuo divin Figlio ha donato.
Ne siamo tutti testimoni.
Questi giovani ora sanno
che la Vita è più potente delle forze della morte;
sanno che la Verità è più potente delle tenebre;
che l’Amore è più forte della morte (cf. 
Ct 8, 6).
Il tuo spirito si rallegra, o Maria,
e il nostro spirito si rallegra con te
perché l’Onnipotente ha fatto grandi cose per te e per noi,
– per tutti questi giovani
riuniti qui a Denver,
per tutti noi,
per tutti i giovani del mondo,
per tutti i giovani, questa generazione,
la generazione futura.
L’Onnipotente ha fatto grandi cose per te, Maria. E per noi. Per voi e per noi, per noi con voi. L’Onnipotente – e santo, è il suo nome!
La sua misericordia è in tutti i tempi.
Ci rallegriamo, Maria, ci rallegriamo con te, Vergine assunta in cielo.
Il Signore ha fatto grandi cose per te! Il Signore ha fatto grandi cose per noi! Alleluia. Amen.


GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS
Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria
Domenica, 15 agosto 1993

Invito ora tutti coloro che partecipano a questa Liturgia conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù, e tutti coloro che sono in contatto con noi attraverso la radio e la televisione, a rivolgersi con lo spirito a Maria, Madre del Redentore, e a unirsi nella recita dell'Angelus. Questa preghiera tradizionale ci invita a meditare sul pellegrinaggio di fede di Maria.
Ci rivolgiamo a Lei con fiducia:
Maria, tu sei la "figura della Chiesa,
...nell' ordine cioè della fede, della carità
e della perfetta unione con Cristo"
(Lumen Gentium, 63). Hai accettato liberamente la volontà di Dio,
che ti è stata rivelata nell'Annunciazione.
Hai portato in grembo
il Verbo fatto carne,
che ha dimorato tra di noi
come tuo Figlio.
L'hai visto crescere
"in sapienza, età e grazia" (Lc 2, 52)
 nella casa di Nazareth.
La tua via nel seguirlo
ti ha portato perfino ai piedi della croce,
dove Gesù ti ha reso Madre
di tutti i suoi seguaci (cfr. Gv 19, 27).
Maria tu sei la Madre del Signore della vita,
Colei che stava sotto l'Albero della vita.
Presso la Croce sei diventata
nostra Madre spirituale
e, dal cielo, continui a intercedere per noi
che stiamo ancora percorrendo
la via presso la casa del Padre (cfr. Lumen Gentium, 62).
Maria, Madre della Chiesa,
in unione con te
ringraziamo la Santissima Trinità
per tutto ciò che questa Giornata Mondiale della Gioventù
ha portato nella vita dei giovani
che hanno seguito la Croce dell'Anno Santo a Denver.
Maria, Vergine Immacolata,
prega per questi giovani
affinché "abbiano la vita
e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10, 10).
Accompagnali mentre si preparano
ad essere messaggeri di quella Vita divina
che sola può soddisfare
la fame del cuore umano!

Come te, possano vedere
nella Croce di Cristo
la chiamata dell'Amore Divino
che trasforma la morte in vita,
 la disperazione in speranza,
la tristezza in gioia senza fine.
Madre Benedetta,
assisti tutti i giovani
che si stanno sforzando di dare
un "Sì" definitivo e responsabile
alla chiamata del Signore al sacerdozio,
alla vita religiosa,
o a una consacrazione speciale nella Chiesa.
Ottieni per loro il coraggio e la speranza
di cui hanno bisogno
per superare tutti gli ostacoli
e seguire da vicino il cammino del tuo Figlio Divino.
Ti chiediamo di vegliare su tutti noi
qui riuniti mentre continuiamo il nostro pellegrinaggio
verso la vera fonte di vita.
Perché questo pellegrinaggio deve continuare!

Deve continuare nelle nostre vite.
Deve continuare nella vita della Chiesa
mentre guarda al Terzo Millennio Cristiano.
Deve continuare come "un nuovo Avvento",
un momento di speranza e di attesa,
fino al ritorno del Signore nella gloria.
La nostra celebrazione
di questa Giornata Mondiale della Gioventù
è stata una sosta lungo il cammino,
un momento di preghiera e di ristoro, 
ma il nostro viaggio deve condurci ancora avanti
.
Oggi desidero annunciare
che la prossima Giornata Mondiale della Gioventù
avrà luogo all'inizio del 1995 a Manila nelle Filippine.
In questo modo il nostro pellegrinaggio
ci porterà nel vasto e vitale continente asiatico.
La Croce dell'Anno Santo
ci condurrà a un incontro
con il popolo generoso e pieno di fede delle Filippine.
Maria del Nuovo Avvento,
imploriamo la tua protezione
per i preparativi del prossimo Incontro
che cominceranno adesso.
Maria, "piena di grazia",
ti affidiamo la prossima Giornata Mondiale della Gioventù!
Maria, Assunta in cielo,
ti affidiamo i giovani di tutto il mondo!

Dopo l'Angelus:
È giunto il momento di salutarvi, prima di rivederci ancora. Desidero ringraziare tutte quelle persone non nominate, i membri della Polizia, dei Vigili del Fuoco, i cittadini di Denver, che ci hanno ospitato e aiutato durante la Giornata Mondiale della Gioventù.
Voglio anche ricordare l’Arcivescovo Stafford e tutti i volontari della Chiesa qui a Denver che hanno lavorato per mesi per preparare questa Giornata. Siamo grati alle locali stazioni radio e ai traduttori che hanno reso possibile seguire la Giornata Mondiale della Gioventù nelle lingue principali, a quanti, nella radio e nella televisione, stanno portando la Giornata Mondiale della Gioventù in tanti Paesi.
Sono grato al Cardinale Pironio e al Pontificio Consiglio per i Laici, che sono responsabili dell’organizzazione della Giornata Mondiale della Gioventù a livello internazionale.
All’Arcivescovo Keeler, Presidente della Conferenza Episcopale e a tutti i Vescovi per la loro collaborazione: grazie a tutta la Chiesa negli Stati Uniti. All’Arcivescovo Keeler, Presidente della Conferenza Episcopale, a Monsignor Lynch e a tutto il loro staff, a tutti i Cardinali e i Vescovi per la loro cooperazione. Grazie a tutta la Chiesa degli Stati Uniti e un ringraziamento speciale a tutti i Cardinali e ai Vescovi che si sono fatti pellegrini insieme ai loro giovani da tutti i continenti. La Giornata Mondiale della Gioventù ha costituito un grande evento e un meraviglioso scambio di doni spirituali e di esperienze fra tutti i giovani presenti. Per tutto questo dobbiamo lodare e ringraziare il Signore.
Desidero esprimere il mio più profondo e sentito apprezzamento ai rappresentanti delle altre Chiese: Chiese e Comunità cristiane, come pure ai rappresentanti delle diverse tradizioni religiose che hanno preso parte tanto attivamente alla Giornata Mondiale della Gioventù.
Grazie infinite!
In spagnolo:
Come potrei non ringraziare tutti i cattolici di lingua ispanica degli Stati Uniti per i molti giovani presenti a questo incontro! Ringrazio anche tutti coloro che sono venuti dal Messico, dall’America Centrale e dall’America del Sud, dalla Spagna. Lode a Dio per la vostra fede, generosità e per la vostra volontà di vivere la vita che Cristo vi dona. Portate il sentito saluto del Papa alle vostre famiglie, agli amici e ai popoli e alle nazioni da cui provenite.
In italiano:
L’ora della partenza ci fa dire: arrivederci a Roma! Giovani italiani, portate con voi l’esperienza interiore della vita nuova che solo Cristo può dare. Fate sì che questa vita divenga in voi il seme di opere impegnative di vita ecclesiale e di rinnovamento della società. Conservate l’entusiasmo di questi giorni, nella fiducia piena in Cristo, in Maria e nella Chiesa.
In francese:
A tutti i pellegrini di lingua francese, dico arrivederci, con la grande speranza che l’esperienza di Denver porterà a molte nuove iniziative nel compito di proclamare il Vangelo ai giovani dei vostri rispettivi Paesi. Dio benedica tutti voi! Possa lo Spirito Santo continuare la sua opera in voi! Dio vi benedica e vi protegga!
In tedesco:
Mi rallegro del fatto che un folto gruppo di pellegrini di lingua tedesca sia potuto venire a Denver. Ora che tornate a casa e affrontate le sfide della vostra vita quotidiana, ricordate che Cristo è l’autentica fonte di vita, di gioia e di felicità. Condividete questa convinzione con i vostri coetanei. Lavorate per edificare una civiltà basata sul rispetto per l’essere umano. Con la grazia di Cristo, siate testimoni della Buona Novella della Salvezza.
In portoghese:
Nel salutarvi, desidero incoraggiare voi che parlate portoghese a divenire efficienti apostoli e missionari della parola di Cristo nel Vangelo. Spero che porterete con voi la gioia di un nuovo impegno per la Chiesa e per lo sviluppo umano dei vostri fratelli e delle vostre sorelle. Sia lodato Gesù Cristo!
In polacco:
La Vergine di Jasna Gora è la Vergine del "nuovo Avvento". Ci stiamo preparando per il Giubileo del Millennio dalla nascita del nostro Redentore. Questo deve essere un periodo di impegno cosicché la Chiesa possa contare sulle giovani energie per affrontare le sfide nella cultura e nella società che non sempre riflettono la verità circa l’uomo e il suo destino.
A Denver avete riflettuto sulla promessa di Cristo di dare la Vita e di darla in abbondanza (cf. Gv10,10). Abbiate fiducia in Lui! Abbiate fiducia anche in voi stessi! Voi avete una missione, e la grazia di Dio vi sosterrà.
In russo:
Possa Dio rafforzarvi e proteggervi al vostro ritorno a casa. Portate i miei saluti alle vostre famiglie e ai vostri amici. Dio benedica il vostro paese e tutti i suoi cittadini.
In lituano:
Fino al momento in cui ci incontreremo a settembre, dite ai vostri amici quanto il Papa desidera farvi visita! Possa la Madre della Saggezza guidarvi nel grande pellegrinaggio della vita!
In croato:
Il tema della Giornata Mondiale della Gioventù è particolarmente significativo per voi e per il popolo dei Balcani. Invochiamo la benedizione di Dio perché giunga la pace su tutta la regione. Il rumore della battaglia e lo spettro della morte e della sofferenza devono lasciare il posto alla gioia della pace e dell’armonia fra i popoli. Dovete affrontare sfide importanti. Siate certi delle preghiere del Papa e della Chiesa.
In arabo:
La pace di Dio sia con tutti voi! Possiate crescere come testimoni di Cristo!
In tagalog:
La prossima meta del nostro pellegrinaggio sarà Manila nel 1995. Spero che i giovani delle Filippine si prepareranno spiritualmente per quell’occasione. Possano essere rafforzati e incoraggiati a particolare devozione della loro nazione alla Beata Madre di Dio. Essa indica la via: la vostra generosità renderà veri i suoi desideri materni per la Chiesa nel vostro paese.
In swahili:
Dio benedica tutti voi con fede, speranza e amore.
In coreano:
Possiate accrescere la maturità che Cristo si aspetta dai suoi seguaci ed essere apostoli della sua Parola e della sua missione nel mondo.
Maria, la Madre di Cristo, vi mostra la via della sequela. Non è una via facile, ma voi riponete la vostra fiducia in Cristo che vi ama e che non abbandona mai il suo popolo fedele. Dio vi benedica! Dio benedica la vostra patria!
Ho parlato troppo, ma voi siete molti e vi ringrazio.
Grazie con tutto il cuore. Vi ringrazio per essere qui, per ricevere da Cristo – voi siete qui per Cristo! – avete ricevuto da lui la vita, la vita in abbondanza.
Tutti noi abbiamo celebrato, abbiamo partecipato all’Eucaristia. Cos’è l’Eucaristia? Cristo ci ha dato la vita, la sua vita, la sua vita divina, la vita del pellegrino – lui era un pellegrino. Era un uomo – la vita divina. Egli è il Figlio di Dio.
Lui ci dà la vita, la sua vita divina, la sua vita eterna. Ma non ci dà soltanto la sua vita, lui riceve anche ciascuno di noi. Siamo accolti da lui. Questa è la comunione: Cristo è comunione, l’Eucaristia è sacrificio e l’Eucaristia è comunione.
Noi riceviamo lui, ma lui riceve noi e questa è la vita, la vita umana piena, la vita sacramentale, ma anche la vita futura, la vita eterna.
Grazie, nostro Signore Gesù Cristo, per la vita.
Grazie per tutti noi, lo dico ancora, grazie per la vita che ci avete donato e che ci donate, e che ci permettete. Grazie a voi attraverso vostra Madre, Nostra Signora. Nel giorno della sua Assunzione, grazie, Gesù Cristo, Figlio dell’Eterno Padre. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana  

Nessun commento:

Posta un commento