lunedì 26 marzo 2012

Le parole del Papa alla GMG: Manila 1995

Riviviamo oggi la GMG del 1995 a Manila con il messaggio pronunciato dal S.Padre Giovanni Paolo II in preparazione all'evento, la sua omelia e l'angelus. per poter poi rileggere tutti gli altri interventi vi invitiamo a cliccare qui:


MESSAGGIO
DI GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DELLA IX E X GIORNATA DELLA GIOVENTU'
«Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi» (Gv 20,21).
Carissimi Giovani!
1. «Pace a voi»! (Gv 20,19). E' il saluto denso di significato con cui il Signore risorto si presenta ai discepoli, timorosi e sconcertati dopo la sua passione.
Con la stessa intensità e profondità di sentimento mi rivolgo ora a voi, mentre ci apprestiamo a celebrare la IX e X Giornata Mondiale della Gioventù. Esse avranno luogo, come è ormai felice consuetudine, la Domenica delle Palme del 1994 e del 1995, mentre il grande incontro internazionale che vede i giovani di tutto il mondo raccolti intorno al Papa è fissato a Manila, capitale delle Filippine, nel gennaio del 1995.
Nei precedenti incontri che hanno segnato il nostro itinerario di riflessione e di preghiera, abbiamo avuto, come i discepoli, la possibilità di «vedere» - che significa anche credere e conoscere, quasi «toccare» (cfr. 1Gv 1,1) - il Signore risorto.
Lo abbiamo «visto» e accolto come maestro ed amico a Roma nel 1984 e 1985, quando abbiamo intrapreso il pellegrinaggio dal centro e cuore della cattolicità per rendere ragione della speranza che è in noi (cfr. 1Pt 3,15), portando la sua Croce sulle strade del mondo. Gli abbiamo chiesto - con insistenza - di rimanere con noi nel nostro quotidiano cammino.
Lo abbiamo «visto» a Buenos Aires nel 1987 quando, insieme con i giovani di ogni continente, particolarmente dell'America Latina, «abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi» (1Gv 4,16) e abbiamo proclamato che la sua rivelazione, come un sole che illumina e riscalda, alimenta la speranza e rinnova la gioia dell'impegno missionario per la costruzione della civiltà dell'amore.
Lo abbiamo «visto» a Santiago de Compostela nel 1989, ove abbiamo scoperto il suo volto e lo abbiamo riconosciuto come via, verità e vita (cfr. Gv 14,6), meditando con l'apostolo Giacomo sulle antiche radici cristiane dell'Europa.
Lo abbiamo «visto» nel 1991 a Czestochowa, quando - abbattute le barriere - tutti insieme, giovani dell'Est e dell'Ovest, sotto lo sguardo premuroso della Madre celeste, abbiamo proclamato la paternità di Dio per mezzo dello Spirito e ci siamo riconosciuti - in Lui - fratelli: «Avete ricevuto uno spirito da figli» (Rm 8,15).
Lo abbiamo «visto» ancora recentemente a Denver, nel cuore degli Stati Uniti d'America, dove lo abbiamo ricercato sul volto dell'uomo contemporaneo in un contesto sostanzialmente differente dalle precedenti tappe, ma non meno esaltante per la profondità dei contenuti, sperimentando e gustando il dono della vita in abbondanza: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).
Mentre custodiamo negli occhi e nel cuore lo spettacolo meraviglioso e indimenticabile di quel grande incontro tra le Montagne Rocciose, il nostro pellegrinaggio riprende e fa tappa questa volta a Manila, nel vasto continente asiatico, crocevia della X Giornata Mondiale della Gioventù.
Il desiderio di «vedere il Signore» abita sempre il cuore dell'uomo (cfr. Gv 12,21) e lo sospinge incessantemente a ricercare il suo Volto. Anche noi, mettendoci in cammino, diamo espressione a questa nostalgia e, con il pellegrino di Sion, ripetiamo: «Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 27,8).
Il Figlio di Dio ci viene incontro, ci accoglie e si manifesta a noi, ci ripete quanto disse ai discepoli la sera di Pasqua: «Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi» (Gv 20,21).
Ancora una volta, a convocare i giovani di tutto il mondo è Gesù Cristo, centro della nostra vita, radice della nostra fede, ragione della nostra speranza, sorgente della nostra carità.
Chiamati da Lui, i giovani di ogni angolo del pianeta si interrogano sul proprio impegno per la «nuova evangelizzazione», nel solco della missione affidata agli Apostoli ed alla quale ogni cristiano, in ragione del suo Battesimo e della sua appartenenza alla Comunità ecclesiale, è chiamato a partecipare.
2. La vocazione e l'impegno missionario della Chiesa scaturiscono dal mistero centrale della nostra fede: la Pasqua. E' infatti «la sera di quello stesso giorno» che Gesù appare ai discepoli, barricati dietro le porte chiuse «per timore dei Giudei» (Gv 20,19).
Dopo aver dato prova del suo amore senza confini abbracciando la Croce e offrendo se stesso in sacrificio di redenzione per tutti gli uomini - l'aveva pur detto: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13) - il divino Maestro torna tra i suoi, tra coloro che più intensamente ha amato e coi quali ha trascorso la vita terrena.
E' un incontro straordinario, nel quale i cuori si aprono alla felicità della ritrovata presenza di Cristo, dopo gli eventi della sua tragica passione e della sua gloriosa risurrezione. I discepoli «gioirono al vedere il Signore» (Gv 20,20).
Incontrarlo all'indomani della risurrezione, significò per gli apostoli toccare con mano che il suo messaggio non era menzognero, che le sue promesse non erano scritte sulla sabbia. Lui, vivo e sfolgorante di gloria, costituisce la prova dell'onnipotente amore di Dio, che cambia radicalmente il corso della storia e delle nostre singole esistenze.
L'incontro con Gesù è pertanto evento che dà senso all'esistenza dell'uomo e la sconvolge, aprendo lo spirito ad orizzonti di autentica libertà.
Anche questo nostro tempo si colloca «all'indomani della Risurrezione». E' «il momento favorevole», «il giorno della salvezza» (2Cor 6,2).
Il Risorto torna fra noi con la pienezza della gioia e con sovrabbondante ricchezza di vita. La speranza si fa certezza, perché se Egli ha vinto la morte, anche noi possiamo sperare di trionfare un giorno nella pienezza dei tempi, nella stagione della definitiva contemplazione di Dio.
3. Ma l'incontro con il Signore risorto non rispecchia soltanto un momento di gioia individuale. E' piuttosto l'occasione nella quale si manifesta in tutta la sua ampiezza la chiamata che attende ogni essere umano. Forti della fede nel Cristo risorto, siamo tutti invitati a spalancare le porte della vita, senza paure né incertezze, per accogliere la Parola che è Via, Verità e Vita (cfr. Gv 14,6), e gridarla coraggiosamente al mondo intero.
La salvezza, che ci è stata offerta, è un dono da non tenere gelosamente nascosto. E' come la luce del sole, che per sua natura squarcia le tenebre; è come l'acqua di limpida sorgente, che sgorga inarrestabile dal cuore della roccia.
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Gesù, mandato dal Padre all'umanità, comunica ad ogni credente la pienezza della vita (cfr. Gv 10,10), come abbiamo meditato e proclamato in occasione della recente Giornata di Denver.
Il suo Vangelo deve farsi «comunicazione» e missione. La vocazione missionaria chiama in causa ogni cristiano, diventa l'essenza stessa di ogni testimonianza di fede concreta e vitale. Si tratta di una missione che trae la sua origine dal progetto del Padre, disegno d'amore e di salvezza che si attua con la forza dello Spirito senza il quale ogni nostra iniziativa apostolica è destinata all'insuccesso. Proprio per rendere i suoi discepoli capaci di compiere tale missione, Gesù dice loro: «Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,22). Egli trasmette così alla Chiesa la sua stessa missione salvifica, perché il mistero pasquale continui ad essere comunicato ad ogni uomo, in ogni tempo, ad ogni latitudine del pianeta.
Voi, giovani, soprattutto, siete chiamati a farvi missionari di questa Nuova Evangelizzazione, testimoniando quotidianamente la Parola che salva.
4. Voi vivete in prima persona le inquietudini dell'attuale stagione storica, densa di speranze e di incertezze, nella quale può talora essere facile smarrire la strada che porta all'incontro con Cristo.
Molteplici sono, in effetti, le tentazioni dei nostri giorni, le seduzioni che vorrebbero spegnere la voce divina risonante dentro il cuore di ognuno.
All'uomo del nostro secolo, a tutti voi, cari giovani che siete affamati e assetati di verità, la Chiesa si presenta come compagna di viaggio. Essa offre l'eterno messaggio evangelico ed affida un compito apostolico esaltante: essere i protagonisti della Nuova Evangelizzazione.
Fedele custode e interprete del patrimonio di fede trasmessole da Cristo, essa intende dialogare con le nuove generazioni; vuole chinarsi sui loro bisogni ed attese per ricercare, nel dialogo franco e aperto, i sentimenti più opportuni per giungere alle sorgenti della salvezza divina.
Ai giovani la Chiesa affida il compito di gridare al mondo la gioia che scaturisce dall'aver incontrato Cristo. Cari amici, lasciatevi sedurre da Cristo; accogliete il Suo invito e seguitelo. Andate e predicate la buona novella che redime (cfr. Mt 28,19); fatelo con la felicità nel cuore e diventate comunicatori di speranza in un mondo non di rado tentato dalla disperazione, comunicatori di fede in una società che sembra talora rassegnarsi all'incredulità; comunicatori di amore fra avvenimenti quotidiani spesso scanditi dalla logica del più sfrenato egoismo.
5. Per poter imitare i discepoli, i quali, travolti dal soffio dello Spirito, proclamarono senza tentennamenti la propria fede nel Redentore che tutti ama e tutti vuole salvi (cfr. At 2,22-24.32-36), occorre diventare uomini nuovi, abbandonando l'uomo vecchio che ci portiamo dentro e lasciandoci rinnovare in profondità dalla forza dello Spirito del Signore.
Ognuno di voi è mandato nel mondo, specialmente fra i propri coetanei, a comunicare con la testimonianza della vita e delle opere il messaggio evangelico della riconciliazione e della pace: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20).
Questa riconciliazione è anzitutto il destino individuale di ogni cristiano che attinge e continuamente rinnova la propria identità di discepolo del Figlio di Dio nella preghiera e nella partecipazione ai sacramenti, particolarmente della Penitenza e dell'Eucaristia.
Ma è anche il destino dell'intera famiglia umana. Essere oggi missionari nel cuore della nostra società, significa anche utilizzare al meglio i mezzi della comunicazione per tale compito religioso e pastorale.
Divenuti ardenti comunicatori della Parola che salva e testimoni della gioia della Pasqua, sarete anche costruttori di pace in un mondo che questa pace insegue come un'utopia, dimenticando spesso le sue radici profonde. Le radici della pace - voi lo sapete bene - stanno dentro il cuore di ciascuno, se sa aprirsi all'augurio del Redentore risorto: «Pace a voi» (Gv 20,19).
In vista ormai dell'avvento del terzo millennio cristiano, a voi giovani è affidato in modo particolare il compito di diventare comunicatori di speranza ed operatori di pace (cfr. Mt 5,9) in un mondo sempre più bisognoso di testimoni credibili e di annunciatori coerenti. Sappiate parlare al cuore dei vostri coetanei assetati di verità e di felicità, in costante, anche se spesso inconsapevole ricerca di Dio.
6. Carissimi ragazzi e ragazze di tutto il mondo!
Mentre con questo Messaggio si apre ufficialmente il cammino verso la IX e X Giornata Mondiale della Gioventù, desidero rinnovare il mio affettuoso saluto a ciascuno di voi, in particolare a quanti vivono nelle Filippine: nel 1995, infatti, per la prima volta l'Incontro mondiale dei giovani con il Papa si celebrerà nel continente asiatico, ricco di tradizioni e di cultura. Tocca a voi, giovani delle Filippine, preparare questa volta un'accoglienza ai tanti vostri amici del mondo intero. Ecco, la giovane Chiesa dell'Asia è interpellata in maniera speciale perché offra nell'appuntamento di Manila una viva e fervente testimonianza di fede. Auguro ad essa di saper cogliere questo dono che Cristo stesso sta per offrirle.
A voi tutti, giovani di ogni parte del mondo, rivolgo l'invito ad incamminarvi spiritualmente verso le prossime Giornate Mondiali. Accompagnati e guidati dai vostri Pastori, in seno alle parrocchie e alle diocesi, nelle associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali, disponetevi ad accogliere i semi di santità e di grazia che il Signore vorrà sicuramente elargire con generosa abbondanza.
Auspico che la celebrazione di queste Giornate possa essere per tutti voi occasione privilegiata di formazione e di crescita nella conoscenza personale e comunitaria di Cristo; possa essere stimolo interiore a consacrarvi nella Chiesa al servizio dei fratelli per costruire la civiltà dell'amore.
Affido a Maria, la Vergine presente nel Cenacolo, la Madre della Chiesa (cfr. At 1,14), la preparazione e lo svolgimento delle prossime Giornate Mondiali: essa ci partecipi il segreto di come accogliere il Figlio suo nella nostra vita per fare quanto Egli ci dirà (cfr. Gv 2,5).
Vi accompagni la mia cordiale e paterna Benedizione.
Dal Vaticano, 21 Novembre 1993, Solennità di N. S. Gesù Cristo, Re dell'Universo.



CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA
PER LA X GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ NEL «RIZAL PARK»
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Manila (Filippine) - Domenica, 15 gennaio 1995

Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,
1. Stiamo celebrando la Messa del Santo Bambino di Cebu, Gesù Bambino la cui nascita a Betlemme la Chiesa ha appena commemorato a Natale. Betlemme significa l’inizio sulla terra della missione che il Figlio ha ricevuto dal Padre, la missione che è al centro delle nostre riflessioni durante questa Decima Giornata Mondiale della Gioventù. Nella liturgia di oggi troviamo un magnifico commento sul tema della Decima Giornata Mondiale della Gioventù: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”.
Isaia dice: “Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio: sulle sue spalle è il segno della sovranità” (Is 9, 5). Quel Bambino è venuto dal Padre come il Principe della Pace, e la sua venuta ha portato la luce nel mondo (cf. Gv 1, 5). Il Profeta prosegue: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una gran luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia” (Is 9, 1-2). Il lieto evento che il Profeta ha annunciato ha avuto luogo a Betlemme, l’evento del Natale che i cristiani ovunque celebrano con grande gioia: a Roma, nelle Filippine, in tutti i paesi dell’Asia e in tutto il resto del mondo.
Cari fratelli e sorelle della Chiesa nelle Filippine, cari giovani della Decima Giornata Mondiale della Gioventù tutti qui riuniti di diversi popoli, lingue, culture, continenti e Chiese locali: qual è la gioia più profonda della nostra gioia comune? La sorgente più profonda della nostra gioia è il fatto che il Padre ha mandato il Figlio per salvare il mondo. Il Figlio prende su di sé il peso dei peccati dell’umanità, e in questo modo ci redime e ci guida sul sentiero che conduce all’unione con la Santissima Trinità, con Dio. Questa è la fonte più profonda della nostra gioia, della gioia di tutti noi, ed anche della mia gioia. È la mia gioia ed è la vostra gioia.
2. Quando ripetiamo, nel Salmo Responsoriale: “Sono qui, Signore, mandami”, sentiamo un’eco distante di ciò che il Figlio Eterno ha detto al Padre venendo nel mondo: “Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà” (Eb 10, 7). “Sono qui, Padre, mandami”. Egli è venuto a compiere la volontà del Padre. Il Padre ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito per la salvezza degli uomini (cf. Gv 3, 16). A sua volta, il Figlio ha tanto amato il Padre che ha fatto suo l’amore del Padre per l’umanità peccatrice e bisognosa. In questo eterno dialogo tra il Padre e il Figlio, il Figlio ha dichiarato la sua disponibilità a venire nel mondo per ottenere, attraverso la sua Passione e Morte, la redenzione dell’umanità.
Il Vangelo di oggi è un commento su come Gesù viveva quella missione Messianica. Ci mostra che quando Gesù aveva dodici anni, voi siete un pochino più grandi, forse era già consapevole del suo destino. Stanca per la lunga ricerca di suo Figlio, Maria gli dice: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo” Ed egli rispose. “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2, 48-49). Questa consapevolezza si approfondiva e cresceva in Gesù con gli anni, finché emerse in tutta la sua forza quando iniziò la sua predicazione pubblica. Il potere del Padre all’opera in lui fu quindi gradualmente rivelato nelle sue parole e nelle sue opere. Venne rivelato in modo definitivo quando diede se stesso completamente al Padre sulla Croce. Nel Getzemani, la notte precedente la sua Passione, Gesù rinnovò la sua obbedienza: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22, 42). Egli restò fedele a quanto aveva detto a dodici anni: “Devo occuparmi delle cose del Padre mio. Devo fare la sua volontà”. Voi avete più di dodici anni e siete in grado di capirlo meglio. E lo state capendo meglio, perché state cantando.
3. “Sono qui Signore, mandami”. Eccomi, qui, nelle Filippine e dovunque. Con lo sguardo fisso su Cristo ripetiamo questo verso del Salmo Responsoriale come una risposta della Decima Giornata Mondiale della Gioventù a quanto il Signore ha detto agli Apostoli ma ora dice a tutti: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20, 21) rivolto agli apostoli e anche a voi, poiché queste parole di Cristo sono diventate non soltanto il tema, ma anche la forza orientatrice di questo magnifico raduno qui a Manila. Dopo la meditazione e la Veglia di ieri sera, questo Sacrificio Eucaristico “consacra” la nostra risposta al Signore: in unione con lui, in unione eucaristica con lui, tutti insieme rispondiamo: “Mandami!”.
Cosa significa questo? Significa che siamo pronti a fare la nostra parte nella missione del Signore. Ciascun cristiano partecipa alla missione di Cristo in modo unico e personale. Vescovi, sacerdoti e diaconi partecipano alla missione di Cristo attraverso il ministero ordinato. I Religiosi e le Religiose vi partecipano attraverso l’amore sponsale manifestato nello spirito dei consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza. I laici cristiani partecipano alla missione di Cristo: i padri e le madri di famiglia, gli anziani, i giovani e i bambini; le persone semplici e quelle colte; gente che lavora la terra, operai, ingegneri, tecnici, dottori, infermieri e personale sanitario. La missione di Cristo è condivisa dagli insegnanti, da uomini e donne nella professione legale e da quanti servono nella vita pubblica. Gli scrittori, quanti lavorano nel teatro, nel cinema e nei mezzi di comunicazione sociale, artisti, musicisti, scultori e pittori – tutti hanno una parte in questa missione. In questa missione c’è un ruolo per i professori universitari, gli scienziati, gli specialisti in ogni campo, e per quanti operano nel mondo della cultura. Nella missione di Cristo una parte appartiene a voi, cittadini delle Filippine e popoli dell’Estremo Oriente: cinesi, giapponesi, coreani, vietnamiti, indiani; cristiani dell’Australia, della Nuova Zelanda e del Pacifico; cristiani del Medio Oriente, dell’Europa e dell’Africa, delle Americhe. Ogni battezzato ha una parte nella missione Messianica di Gesù Cristo, nella Chiesa e attraverso la Chiesa. E questa partecipazione alla missione della Chiesa costituisce la Chiesa. Questa è la Chiesa: una partecipazione vivente all’unione di Cristo. Capite tutti questo?
4. Nel quattrocentesimo anniversario della sua indipendenza ecclesiastica e della fondazione della propria struttura gerarchica, la Chiesa nelle Filippine è chiamata a un profondo rinnovamento. La direzione di tale rinnovamento è già stata indicata nel Secondo Concilio Plenario delle Filippine, che si è tenuto nel 1991. Quel Sinodo ha sollecitato la comunità cattolica filippina aguardare più pienamente a Cristo e a trovare in lui il proprio modello e la propria ispirazione. Il Sinodo ha esortato i laici a svolgere un ruolo più completo nel servizio ecclesiale alla famiglia umana, che eleva e che libera. Il Documento Finale afferma: “Tutti i fedeli laici sono chiamati a sanare e trasformare la società, per preparare l’ordine temporale alla venuta finale del Regno di Dio” (Documento conciliare, 435). Questo vale per voi, per i giovani delle Filippine. E vale anche per tutti noi: se una parte sta facendo qualcosa nell’ambito della Chiesa, l’intera Chiesa vi partecipa. Vale anche per noi, per me, il Vescovo di Roma, per i Vescovi europei, per i Vescovi africani, per i Vescovi americani e per il grande pellegrinaggio di giovani degli altri Paesi e degli altri Continenti. Vale per noi! Non è un affare privato della Chiesa filippina. È un nostro affare comune. Siamo tutti coinvolti in quello che sta facendo una parte della Chiesa, una Chiesa locale. Res nostra agitur. Capite il latino?
5. Nel contesto di questo impegno di tutto il popolo di Dio, qual è il ruolo dei giovani nel proseguire la missione Messianica di Cristo? Qual è la vostra parte, il vostro ruolo? Abbiamo già meditato su questo punto durante la Giornata Mondiale della Gioventù e soprattutto alla Veglia della notte scorsa. Qualcuno potrebbe dire: “Hanno danzato, hanno cantato, ma hanno meditato!”. È stata una meditazione creativa sul mandato che hanno ricevuto da Cristo. La meditazione può anche essere fatta danzando e cantando, attraverso il divertimento. E ieri è stata una meditazione molto piacevole. Alla fine, dopo questa meditazione, ho potuto dormire. Adesso, dopo aver dormito, vorrei aggiungere una sfida specifica e un appello, che comporta il risanamento di una fonte di immensa frustrazione e sofferenza in molte famiglie in tutto il mondo. I genitori e gli anziani spessosentono di aver perso il contatto con voi, e sono turbati, proprio come Maria e Giuseppe hanno provato angoscia quando si sono accorti che Gesù si era perso a Gerusalemme. Molti genitori anziani si sentono abbandonati per colpa nostra. È vero o no? Dovrebbe non essere vero! Dovrebbe essere diverso! Ma qualche volta è vero. Talvolta siete molto critici nei confronti del mondo degli adulti – ed anch’io ero come voi –, e talvolta loro sono molto critici verso di voi – anche questo è vero –. Non c’è niente di nuovo, e non sempre nella realtà mancano le basi reali. Ma ricordate sempre che dovete ai vostri genitori la vostra vita e la vostra educazione. Ricordate il debito che avete nei confronti dei vostri genitori e il Quarto Comandamento esprime in modo conciso le esigenze di giustizia verso di loro (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2215). Nella maggior parte dei casi hanno provveduto alla vostra istruzione a costo di sacrifici personali. Grazie a loro siete stati introdotti al retaggio culturale e sociale della vostra comunità e del vostro paese, della vostra terra natale. Parlando in generale, i vostri genitori sono stati i vostri primi maestri nella fede. I genitori quindi hanno il diritto di aspettarsi dai propri figli e dalle proprie figlie i frutti maturi dei loro sforzi, proprio come i figli e i giovani hanno il diritto di attendersi dai propri genitori l’amore e la cura che li porteranno ad un sano sviluppo. Tutto questo è il Quarto Comandamento. Il Quarto Comandamento è molto ricco. Vi suggerisco di meditare sul Quarto Comandamento del decalogo di Dio. Vi chiedo di costruire ponti di dialogo e comunicazione con i vostri genitori. Niente splendido isolamento! Comunicazione! Amore! Esercitate un sano influsso sulla società aiutandola ad abbattere le barriere che sono sorte tra le generazioni!
Niente barriere! Niente barriere! Comunione tra le generazioni, tra genitori e figli. Comunione! In questa atmosfera, Gesù può dire “io mando voi”. Tutto comincia nella propria famiglia, quando Gesù dice per la prima volta “io mando voi”. E ai genitori dice “mando il vostro figlio. Mando la vostra figlia. Dico a loro: seguitemi”. Tutto questo esige l’atmosfera giusta, un’immagine completa della vita sociale nelle Filippine e dovunque. Ed è anche questo ambiente spirituale nel quale il nostro mandato si realizza. “Come il Padre ha mandato me – dice Cristo – io mando voi”.
Perché molti giovani pensano di essere liberi essendosi liberati da ogni controllo e da ogni principio di responsabilità? Perché molti di loro pensano che, dato che certi tipi di comportamento vengono socialmente accettati, questi siano di conseguenza moralmente leciti? Essi abusano del meraviglioso dono della sessualità; abusano di bevande e di droga, ritenendo che tale comportamento sia giusto perché alcuni settori della società lo tollerano. Le norme morali oggettive vengono abbandonate dietro uguali pressioni e sotto la diffusa influenza di mode e tendenze pubblicizzate dai media. Milioni di giovani in tutto il mondo stanno cadendo in subdole ma reali forme di schiavitù morale. E voi capite cosa intende Gesù quando dice: “Vi mando ad affrontare questa situazione, tra i vostri fratelli e sorelle, tra gli altri giovani”.
6. Carissimi fratelli e sorelle, costruite le vostre vite sull’unico modello che non vi deluderà. Vi invito ad aprire il Vangelo e a scoprire che Gesù Cristo vuole essere vostro “amico” (cf. Gv 15, 14). Vuole essere vostro “compagno” in ogni tappa sulla via della vita (cf. Lc 24, 13-35). Vuole essere la “via”, il vostro sentiero attraverso le ansietà, i dubbi, le speranze e i sogni di felicità (cf. Gv14, 6). È lui la “verità” che dà significato ai vostri sforzi e alle vostre lotte. Vuole darvi la “vita”, come ha dato nuova vita al giovane di Nain (cf. Lc 7, 11-17), e ha dato un futuro completamente nuovo a Zaccaria, che era morto nello spirito per l’ambizione e l’avidità (cf. Lc 19, 1-10). Lui è la vostra “risurrezione”, la vostra vittoria sul peccato e la morte, la realizzazione del vostro desiderio di vivere per sempre (cf. Gv 11, 25). Per questo lui sarà la vostra “gioia”, la “roccia” su cui la vostra debolezza verrà trasformata in forza e ottimismo. È la nostra salvezza, la nostra speranza, la nostra felicità e la nostra pace. Cristo! Cristo! Cristo! Parlo senza sintetizzare. Peggio, aggiungo delle cose!
Quando Cristo diventa tutto ciò per voi, la Chiesa avrà solidi motivi per sperare nel futuro. Perché da voi dipenderà il Terzo Millennio, che talvolta sembra una meravigliosa nuova epoca per l’umanità ma che solleva anche non poche paure e ansietà. Dico questo come uno che ha vissuto per una gran parte del secolo ventesimo che sta per terminare. In questo secolo sono accaduti molti eventi tristi e distruttivi, ma allo stesso tempo abbiamo vissuto tante cose positive che giustificano la nostra speranza e il nostro ottimismo. Il futuro dipende dalla vostra maturità! La Chiesa guarda al futuro con fiducia quando ascolta dalle vostre labbra la stessa risposta che Gesù ha dato a Maria e a Giuseppe quando lo trovarono nel Tempio: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2, 49). Ha dato la stessa vostra risposta, la stessa! Lui era più giovane, voi siete più grandi.
7. Cari giovani, la Decima Giornata Mondiale della Gioventù si sta concludendo. Se applaudite, ci sono ancora dei motivi per essere applaudito. Questo è un buon segno che state pensando, riflettendo. E io ammiro la vostra riflessione. Ammiro la grazia di Nostro Signore che dimora nella vostra riflessione, e anche nel vostro applauso. Quindi il Papa non fa soltanto un discorso. Sta portando avanti un dialogo. Parla e ascolta, ascolta e voi parlate. E quello che dite forse è più importante. Ma voi parlate applaudendo! Oggi siamo molto in ritardo. Ma questa giornata non dovrebbe finire. Dovrebbe continuare sempre. È tempo di impegnarci più pienamente a seguire Cristo nell’adempimento della sua missione salvifica. Ogni forma di apostolato e ogni tipo di servizio devono avere la loro sorgente in Cristo. Quando dice: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20, 21), vi rende anche capaci di assolvere a questa missione. In un certo senso si divide con voi. È proprio ciò di cui ha scritto San Paolo: Dio ci ha scelti in Cristo prima dell’inizio del mondo, per essere santi e irreprensibili davanti a lui, per essere pieni di amore; allo stesso modo ci ha predestinati attraverso Cristo Gesù ad essere i suoi figli e le sue figlie adottivi (cf. Ef 1, 4-5). È proprio attraverso la grazia di essere figli adottivi di Dio che siamo in grado di assumerci la missione affidataci da Cristo. Dobbiamo lasciare Luneta Park con una consapevolezza più fiduciosa di questo fatto straordinario!
“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13, 8). Se accogliete la sua causa e la missione che lui vi affida, allora tutta la famiglia umana, e la Chiesa in ogni parte del mondo, potranno guardare al Terzo Millennio con speranza e fiducia. Cari giovani delle Filippine, dell’Asia, dell’Estremo Oriente e del mondo intero, siate un segno di speranza per la Chiesa, per i vostri paesi e per tutta l’umanità! Siate un segno di speranza! Che la vostra luce si diffonda da Manila a tutti gli angoli più remoti del mondo. Come la “grande luce”, che ha brillato nella notte a Betlemme.Siate figli e figlie della Luce!
Ieri ho detto: “all’inizio, sempre più punti luminosi”. E oggi, tutto luminoso! Molto bello, gente molto bella, giovani molto belli! Prima, lo spagnolo si parlava anche nelle Filippine. Domani, America. Ma soprattutto di lingua filippina, non americana. Lingua comune, lingua cristiana.
8. Caro popolo di Dio delle Filippine, continua, nel potere dello Spirito Santo, a rinnovare la faccia della terra – innanzitutto il tuo mondo, le tue famiglie, le tue comunità e la nazione a cui appartieni e che ami; e il territorio più ampio dell’Asia, verso il quale la Chiesa delle Filippine ha una responsabilità speciale dinanzi al Signore. Voi, giovani filippini, avete una speciale responsabilità davanti al Signore per quanto riguarda l’Asia. E tutti voi, non solo i Filippini (Mabuhay!), avete la stessa responsabilità di fronte al Signore e al resto del mondo, operando attraverso la fede per il rinnovamento di tutta la creazione di Dio (cf. Atti e decreti del PCP II, n. 7).
Questa è la vostra responsabilità, la vostra chiamata, dovunque, in Europa, in Africa, in entrambe le Americhe, in Australia, dovunque!
Dio, che ha iniziato quest’opera in voi, popolo filippino – quattrocento anni fa – per gli altri, molti secoli fa di più o di meno – la porti a compimento nel giorno di Nostro Signore Gesù Cristo (cf. Fil1, 6)! Questa è la mia conclusione e il mio cordiale augurio per tutti voi – conclusione nel giorno del Nostro Signore Gesù Cristo! Gesù Cristo! Gesù Cristo! Amen!

GIOVANNI PAOLO II
ANGELUS
Rizal Park di Manila (Filippine)
Domenica, 15 gennaio 1995

Al termine della celebrazione dell’Eucaristia ci rivolgiamo con amore alla Beata Vergine Maria e ci prepariamo a recitare la preghiera dell’Angelus. Maria è il modello di tutti coloro che hanno riposto la loro fede in Dio, fiduciosi che le promesse fatte loro dal Signore sarebbero state mantenute (cf. Lc 1, 45). Prima di morire sulla Croce, Cristo affidò sua madre ai suoi seguaci, affinché fosse anche la loro madre (cf. Gv 19, 27).
Maria, Madre della Chiesa! Maria, Madre della Chiesa dei giovani! Tu stavi pregando nel Cenacolo con i discepoli di tuo Figlio quando lo Spirito Santo discese tra lingue di fuoco. Prega per noi, affinché la fiamma dell’amore di Dio venga ravvivata nei nostri cuori e nei cuori dei giovani ovunque.
Vergine piena di Grazia! Immacolata dal primo momento della tua esistenza, ora partecipi pienamente alla gioia del cielo. Veglia sui giovani qui riuniti e su tutti coloro che sono un tutt’uno con noi nella comunione del Corpo di Cristo. Prega affinché questi giovani accettino con coraggio il compito che Cristo tuo Figlio affida loro quando dice: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”.
Maria, Regina degli Apostoli! Tu vegli su tutti coloro che tuo figlio manda a essere suoi messaggeri in tutto il mondo. Ispira tutti i giovani, affinché siano testimoni ardenti del messaggio di salvezza del Vangelo. Con il tuo aiuto possano loro condividere con gli altri la nuova vita diffusa dalla Croce di Cristo, la speranza che consola ogni cuore e la forza che consente la vittoria finale sul peccato e sulla morte.
Oggi desidero annunciare che la prossima Giornata Mondiale della Gioventù verrà celebrata a Parigi, in Francia, nell’estate del 1997.
Maria del Nuovo Avvento! A te affidiamo le preparazioni per questo prossimo gioioso incontro nel cuore dell’Europa.
A te, Santa Madre di Dio, eleviamo ora la nostra preghiera.

Dopo l'Angelus:
Prima di congedarsi dalla straordinaria assemblea della X “Giornata Mondiale della Gioventù”, Giovanni Paolo II ringrazia e saluta, nelle rispettive lingue, tutti i giovani giunti a Manila.
Miei cari amici,
La X Giornata Mondiale della Gioventù sta volgendo al termine, e dobbiamo salutarci fino alla prossima volta. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro: i generosi cittadini di Manila che ci hanno ospitati e assistiti durante questi giorni, la polizia, il dipartimento dei vigili del fuoco, il personale medico, gli operatori della radio e della televisione.
Siamo tutti grati al Cardinale Sin, Arcivescovo di Manila, a tutti i volontari che hanno messo tanto impegno nel favorire questo avvenimento.
Una parola particolare di ringraziamento va rivolta al Cardinale Pironio e al Pontificio Consiglio per i Laici, per tutto ciò che fanno per organizzare le Giornate Mondiali della Gioventù.
Ringrazio il Cardinale Vidal e il Presidente della Conferenza Episcopale, Vescovo Morelos, insieme a tutta la gerarchia filippina, e tutti i Cardinali e Vescovi che sono giunti qui da altre parti del mondo e ce ne sono ancora di più, buon segno!
Desidero anche rivolgere una calorosa parola di ringraziamento al Presidente Ramos e ai membri del Governo, al Sindaco di Manila, ed ai suoi collaboratori. Sono molto, molto grato. Hanno preso a cuore la Giornata Mondiale della Gioventù e sono stati molto gentili e di grande aiuto.
Soprattutto, desidero ringraziare voi giovani, ragazze e ragazzi. Il vostro impegno verso Cristo e la Chiesa è una fonte di speranza per tutti noi, e una sfida ai vostri responsabili e ai vostri Vescovi perché vi siano vicini e operino insieme a voi per ottenere una comunità cristiana migliore e per un mondo migliore.
Adesso cercherò di passare alle diverse lingue, non a tutte le lingue del Forum, ma alla maggior parte delle lingue del Forum.
Saluto in lingua francese:
Que Dieu vous bénisse et qu’il vous garde, alors que vous rentrez chez vous! Transmettez à vos familles et à vos amis mon cordial salut, et dites–leur que j’espère les voir lors de la prochaine Journée mondiale des Jeunes à Paris. Au revoir!
Traduzione italiana del saluto in lingua francese:
Che Dio vi benedica e vegli su di voi mentre ritornate a casa. Portate i miei saluti alle vostre famiglie e ai vostri amici e dite loro che spero di poterli vedere in occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Parigi. Arrivederci.
Saluto in lingua spagnola:
A los jóvenes de lengua española, es también mexicana, de España y de América: quiero agradeceros vuestra viva participación en esta Jornada. No podía ser más que muy viva, porque esto pertenece al carácter nacional de los hispano–hablantes, también de los filipinos. Ahora os toca a vosotros llevar el mensaje de Cristo a vuestras casas, a vuestros compañeros de estudios y de trabajo. Permaneced fieles a la palabra que Jesucristo os ha dado y a la palabra que cada uno habéis dado al Señor. Que encontréis siempre luz y alegría en su mensaje de salvación y de vida. ¡Hasta la vista!
Traduzione italiana del saluto in lingua spagnola:
A tutti i giovani di lingua spagnola, anche messicana, provenienti dalla Spagna e dall’America: desidero ringraziarvi per la vostra viva partecipazione a questa Giornata della Gioventù, non poteva essere che molto viva, perché questo fa parte del carattere nazionale delle popolazioni di lingua spagnola, e anche dei Filippini. Ora sta a voi riportare il messaggio di Cristo alle vostre case, ai vostri amici di scuola e di lavoro. Rimanete fedeli alla parola che Gesù Cristo vi ha dato e alla parola che ognuno di voi ha dato al Signore. Possiate sempre trovare luce e gioia nel suo messaggio di salvezza e di vita. Fino alla prossima volta.  
Saluto in lingua italiana:
Cari giovani italiani! Il Signore invia voi oggi perché siate i suoi apostoli in mezzo ai vostri coetanei. Siete eredi di un patrimonio di fede cristiana molto ricco. Impegnatevi affinché la vostra società riscopra il senso della vera fraternità e della solidarietà, il significato del servizio verso il bene comune, il senso dell’amore che diventa dono di sé verso Dio e verso il prossimo. Siate fedeli a Cristo e al Vangelo! Arrivederci a Roma!
Saluto ai giovani tedeschi ed olandesi:
Seid Euch stets der Kraft des Gebetes bewußt. Es verbindet uns mehr und mehr mit Gott und mit unseren Mitmenschen. Beschenkt Euch selst und die anderen durch das Gebet. Auf Wiedersehen. Auf Wiedersehen in Deutschland und in Holland.  
Traduzione italiana del saluto in lingua tedesca:
Siate sempre consapevoli della forza della preghiera. Essa ci lega sempre più a Dio e agli altri uomini. Fate a voi stessi e agli altri il dono della preghiera. Arrivederci, arrivederci in Germania e in Olanda.
Saluto ad un gruppo di giovani irlandesi e provenienti da Sarajevo:
I also greet a group from Ireland.
Among the many messages I have received there is one I wish to mention, from the young people of Sarajevo, who offer their sufferings for the World Youth Day. Let us pray for them. 
Traduzione italiana del saluto pronunciato in lingua inglese:
Ringrazio anche un gruppo proveniente dall’Irlanda. Tra i tanti messaggi che ho ricevuto ce n’è uno che vorrei ricordare, dei giovani di Sarajevo, che offrono le loro sofferenze per la Giornata Mondiale della Gioventù. Preghiamo per loro.
Saluto in lingua polacca:
Trzeba, abyśmy stawali się coraz bardziej wymownym znakiem wolności i prawdy, jakie przynosi Chrystus. Wspierani Jego darami pracujmy odważnie budując społeczeństwo i świat prawdziwej solidarności i pokoju.
Traduzione italiana del saluto pronunciato in lingua polacca:
Cercate di essere testimoni più eloquenti della libertà e della libertà che Cristo dona. Utilizzate con coraggio questi suoi doni per costruire un mondo di vera solidarietà e di pace.
Traduzione italiana del saluto in lingua russa:
Possiate voi essere guidati da una conoscenza sempre più profonda dell’amore di Cristo. Lasciate che il suo amore vi rafforzi, affinché attraverso di voi egli possa raggiungere e illuminare gli altri.
Traduzione italiana del saluto in lingua coreana:
Siamo tutti figli di Dio, fratelli e sorelle nell’unico Signore. Possa la vostra vita di fede accrescere questa consapevolezza non solo in voi stessi, ma anche in tutti coloro che incontrate.
Traduzione italiana del saluto ai giovani del Viet-Nam:
La vittoria della Croce di Cristo ci dimostra che la vita è più potente della morte, la grazia più potente del peccato. Camminate sempre nella luce e nella gloria del Signore Risorto. Vedo che il Papa ha pronunciato bene. È una buona cosa poiché il Segretario accanto a Mons. Stanislaw, Don Vincenzo, vietnamita, era molto preoccupato per la mia pronuncia. Ci contava molto. Non so se sia soddisfatto o no.
Traduzione italiana del saluto in lingua cinese:
Voi avete sentito e avete creduto che Cristo è il Messia, Figlio del Dio vivente. Possa la vostra vita quotidiana professare, nelle parole e nei fatti, la vostra fede in Cristo. I cinesi hanno capito? Spero che il miliardo di persone dia una risposta.
Traduzione italiana del saluto in lingua giapponese:
Gesù è sempre con noi. Possiate voi essere i messaggeri dell’amore e della pace che egli porta nel nostro mondo.
Traduzione italiana del saluto in lingua filippina-tagalog:
E finalmente il filippino, tagalog! Cristo manda voi come lui stesso fu mandato. Vi ringrazio perché ascoltate la sua parola e vi esorto a diventare apostoli del Vangelo e costruttori del Regno di Dio in seno alle vostre famiglie, alle vostre parrocchie, ai vostri gruppi, e in ogni aspetto della vita nelle Filippine. Siate forti nella fede e nell’amore! Mabuhay ang Filipinas! Mabuhay ang Filipinas! Mabuhay ang Filipinas!
Saluto ai giovani provenienti dagli Stati Uniti d'America:
I extend a special greeting to the large group from the United States; in a sense, you are returning the visit we made to Denver for the Eighth World Youth Day. Two years ago, in Denver, we meditated on the newness of "life" which came into the world through Jesus Christ, the Son of God and the Lord of History. This year, here in Manila, we have reflected on how that new life, received in Baptism, demands that we become disciples of Christ, apostles of his Gospel, sharing our faith with others. Two years from now, in 1997, we shall journey together to Paris, France, to continue to reflect on the Lord’s words to us. May the Holy Spirit guide our footsteps to that next stage of our pilgrimage. Au revoir! Until we meet again! It is a continuation. Evviva Denver! Mabuhay Denver! Mabuhay Manila! Mabuhay Paris! Mabuhay!
Traduzione italiana del saluto pronunciato in lingua inglese:
Rivolgo un particolare saluto al grande gruppo di giovani provenienti dagli Stati Uniti; in un certo senso stanno ricambiando la visita che abbiamo fatto loro a Denver, in occasione dell’ottava Giornata Mondiale della Gioventù. Due anni fa, a Denver, abbiamo meditato sulla nuova “vita” che giungeva nel mondo attraverso Gesù Cristo, Figlio di Dio e Signore della Storia. Quest’anno, a Manila, abbiamo riflettuto su come questa nuova vita, ricevuta al battesimo, esiga che diventiamo discepoli di Cristo, apostoli del suo Vangelo, condividendo la nostra fede con gli altri. È una continuazione. Evviva Denver! Mabuhay Denver! Mabuhay Manila! Mabuhay Paris! Mabuhay! Fra due anni, nel 1997, andremo insieme a Parigi, in Francia, per riflettere sulle parole che Dio ci ha rivolto. Possa lo Spirito Santo guidare i nostri passi fino a quest’altro momento del nostro pellegrinaggio. Arrivederci! Alla prossima volta!

© Copyright 1995 - Libreria Editrice Vaticana



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