mercoledì 28 marzo 2012

Le parole del Papa alla GMG: Roma 1996

Proseguiamo il nostro viaggio alla riscoperta delle GMG del passato rileggendo oggi il messaggio, l'omelia e l'angelus pronunciati dal S.Padre Giovanni Paolo II in occasione della GMG del 1996:


MESSAGGIO
DI GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DELLA
XI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU'
«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6, 68).
Carissimi giovani!
1.«Ho un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi ed io» (Rm 1, 11-12).
Le parole dell' apostolo Paolo ai cristiani di Roma riassumono il sentimento con cui mi rivolgo a voi tutti, iniziando l' itinerario di preparazione all' XI Giornata Mondiale della Gioventù.
E' con lo stesso desiderio di incontrarvi, infatti, che idealmente vengo a voi, in ogni angolo del pianeta, là dove affrontate l' intensa, quotidiana avventura della vita: nelle vostre famiglie, nei luoghi dello studio e del lavoro, nelle comunità in cui vi raccogliete per ascoltare la Parola del Signore ed a Lui aprire il cuore nella preghiera.
Il mio sguardo si volge in particolare verso i giovani coinvolti in prima persona nei troppi drammi che ancora lacerano l' umanità: quelli che soffrono per la guerra, le violenze, la fame e la miseria, e che prolungano la sofferenza del Cristo, il quale è vicino con la sua Passione all' uomo oppresso sotto il peso del dolore e dell' ingiustizia.
La Giornata Mondiale della Gioventù, come ormai è consuetudine, si svolgerà nel 1996 all' interno delle comunità diocesane, in attesa del nuovo incontro mondiale che nel 1997 ci porterà a Parigi.
2.Siamo incamminati ormai verso il Grande Giubileo del 2000, un appuntamento che con la Lettera Apostolica Tertio Millennio adveniente ho invitato tutta la Chiesa a preparare mediante la conversione del cuore e della vita.
Anche a voi domando fin d' ora di intraprendere questa preparazione col medesimo spirito ed i medesimi propositi. Vi affido un progetto di azione che, basato sulle parole del Vangelo e in corrispondenza alle tematiche proposte per ogni anno a tutta la Chiesa, costituirà il filo conduttore delle prossime Giornate Mondiali: Anno 1997: «Maestro, dove abiti? Venite e vedrete» (Gv 1, 38-39) Anno 1998: «Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa» (Gv 14, 26) Anno 1999: «Il Padre vi ama» (Gv 16, 27) Anno 2000: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14).
3.A voi, giovani, rivolgo in particolare l' appello a guardare verso la frontiera epocale dell' anno 2000, ricordando che «il futuro del mondo e della Chiesa appartiene alle giovani generazioni che, nate in questo secolo, saranno mature nel prossimo, il primo del nuovo millennio... Se (i giovani) sapranno seguire il cammino che Cristo indica, avranno la gioia di recare il proprio contributo alla sua presenza nel prossimo secolo» (Tertio Millennio adveniente, 58).
Nel cammino di avvicinamento al Grande Giubileo vi accompagni la Costituzione conciliare Gaudium et spes, che intendo riconsegnare a tutti voi, come già ho fatto con i vostri coetanei del continente europeo, a Loreto, nel settembre scorso: è un «documento prezioso e sempre giovane. Rileggetelo attentamente. Vi troverete luce per decifrare la vostra vocazione di uomini e donne, chiamati a vivere, in questo tempo meraviglioso e drammatico insieme, come tessitori di fraternità e costruttori di pace» (Angelus del 10 settembre 1995).
4.«Signore, da chi andremo?». La meta e il traguardo della nostra vita è Lui, il Cristo, che ci attende - ognuno singolarmente e tutti insieme - per guidarci oltre i confini del tempo nell' abbraccio eterno del Dio che ci ama.
Ma se l' eternità è il nostro orizzonte di uomini affamati di Verità e assetati di felicità, la storia è lo scenario del nostro impegno di ogni giorno. La fede ci insegna che il destino dell' uomo è scritto nel cuore e nella mente di Dio, che della storia regge le sorti. Essa ci insegna altresì che il Padre affida alle nostre mani il compito di avviare fin da quaggiù l' edificazione di quel «Regno dei Cieli» che il Figlio è venuto ad annunciare e che troverà il suo pieno compimento alla fine dei tempi.
E' nostro dovere, dunque, vivere dentro la storia, fianco a fianco con i nostri contemporanei, condividendone le ansie e le speranze, perché il cristiano è, e deve essere, pienamente uomo del suo tempo. Egli non evade in un' altra dimensione ignorando i drammi della sua epoca, chiudendo gli occhi e il cuore alle ansie che pervadono l' esistenza. Al contrario, è colui che, pur non essendo «di» questo mondo, «in» questo mondo è immerso ogni giorno, pronto ad accorrere là dove ci sia un fratello da aiutare, una lacrima da asciugare, una richiesta d' aiuto da soddisfare. Su questo saremo giudicati!
5.Ricordandoci l' ammonimento del Maestro: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi» (Mt 25, 35-36), dobbiamo mettere in pratica il «comandamento nuovo» (Gv 13, 34).
Ci opporremo così a quella che sembra oggi la «disfatta della civiltà», per riaffermare con vigore la «civiltà dell' amore» che - unica - può spalancare agli uomini del nostro tempo orizzonti di autentica pace e di duratura giustizia nella legalità e nella solidarietà.
La carità è la strada maestra che ci deve guidare anche al traguardo del Grande Giubileo. Per giungere a quell' appuntamento, bisogna sapersi mettere in discussione, affrontando un rigoroso esame di coscienza, premessa indispensabile di una conversione radicale, in grado di trasformare la vita e di darle un senso autentico, che renda i credenti capaci di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l' anima, con tutta la forza e il prossimo come se stessi (cfr Lc 10, 27).
Confrontando la vostra esistenza quotidiana col Vangelo dell' unico Maestro che ha «parole di vita eterna», sarete in grado di diventare autentici operatori di giustizia, nel solco del comandamento che fa dell' amore la nuova «frontiera» della testimonianza cristiana. Questa è la legge della trasformazione del mondo (cfr Gaudium et spes, 38).
6.Occorre innanzitutto che da voi giovani giunga una testimonianza forte di amore per la vita, dono di Dio; un amore che si deve estendere dall' inizio alla fine di ogni esistenza e deve battersi contro ogni pretesa di fare dell' uomo l' arbitro della vita del fratello, di quello non nato come di quello sulla via del tramonto, dell' handicappato e del debole.
A voi giovani, che naturalmente e istintivamente fate della «voglia di vivere» l' orizzonte dei vostri sogni e l' arcobaleno delle vostre speranze, chiedo di diventare «profeti della vita». Siatelo con le parole e con i gesti, ribellandovi alla civiltà dell' egoismo che spesso considera la persona umana uno strumento anziché un fine, sacrificandone la dignità e i sentimenti in nome del mero profitto; fatelo aiutando concretamente chi ha bisogno di voi e che forse senza il vostro aiuto sarebbe tentato di rassegnarsi alla disperazione.
La vita è un talento (cfr Mt 25, 14-30) affidatoci perché lo trasformiamo e lo moltiplichiamo, facendone dono agli altri. Nessun uomo è un «iceberg» alla deriva nell' oceano della storia; ognuno di noi fa parte di una grande famiglia, all' interno della quale ha un posto da occupare e un ruolo da svolgere. L' egoismo rende sordi e muti, l' amore spalanca gli occhi ed apre il cuore, rende capaci di arrecare quell' originale e insostituibile contributo che, accanto ai mille gesti di tanti fratelli, spesso lontani e sconosciuti, concorre a costituire il mosaico della carità, capace di cambiare le stagioni della storia.
7.«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna».
Quando, considerando troppo duro il suo linguaggio, molti dei discepoli lo abbandonarono, Gesù domandò ai pochi rimasti: «Forse anche voi volete andarvene?», Pietro rispose: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6, 67-68). E scelsero di rimanere con Lui. Rimasero perché il Maestro aveva «parole di vita eterna», parole che, mentre promettevano l' eternità, davano senso pieno alla vita.
Ci sono momenti e circostanze in cui bisogna operare scelte decisive per tutta l' esistenza. Viviamo - e voi lo sapete - momenti difficili nei quali è spesso arduo distinguere il bene dal male, i veri dai falsi maestri. Gesù ci ha avvertiti: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: ' Sono io' e ' Il tempo è prossimo' : non seguiteli» (Lc 21, 8). Pregate e ascoltate la sua parola; lasciatevi guidare da veri pastori; non cedete mai alle lusinghe ed alle facili illusioni del mondo che poi, assai spesso, si trasformano in tragiche delusioni.
E' nei momenti difficili, nei momenti della prova che si misura la qualità delle scelte. E' dunque in questa stagione non facile che ognuno di voi sarà chiamato al coraggio della decisione. Non esistono scorciatoie verso la felicità e la luce. Ne sono prova i tormenti di quanti, lungo l' arco della storia dell' umanità, si sono posti in faticosa ricerca del senso dell' esistenza, delle risposte ai fondamentali quesiti scritti nel cuore di ogni essere umano.
Voi sapete che questi interrogativi altro non sono se non l' espressione della nostalgia di infinito seminata da Dio stesso dentro ognuno di noi. Allora è con senso del dovere e del sacrificio che dovete camminare lungo le strade della conversione, dell' impegno, della ricerca, del lavoro, del volontariato, del dialogo, del rispetto per tutti, senza arrendervi di fronte ai fallimenti, ben sapendo che la vostra forza è nel Signore, il quale guida con amore i vostri passi, pronto a riaccogliervi come il figliol prodigo (cfr Lc 15, 11-24).
8.Cari giovani, vi ho invitati ad essere «profeti della vita e dell' amore». Vi chiedo anche di essere «profeti della gioia»: il mondo ci deve riconoscere dal fatto che sappiamo comunicare ai nostri contemporanei il segno di una grande speranza già compiuta, quella di Gesù, per noi morto e risorto.
Non dimenticate che «il futuro dell' umanità è riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza» (Gaudium et spes, 31).
Purificati dalla riconciliazione, frutto dell' amore divino e del vostro pentimento sincero, operando per la giustizia, vivendo in rendimento di grazie a Dio, potrete essere credibili ed efficaci profeti della gioia nel mondo, così spesso cupo e triste. Sarete annunciatori della «pienezza dei tempi», della quale il Grande Giubileo del 2000 richiama l' attualità.
La strada che Gesù vi indica non è comoda; assomiglia piuttosto ad un sentiero che s' inerpica sulla montagna. Non vi perdete d' animo! Quanto più erta è la via tanto più in fretta essa sale verso orizzonti sempre più vasti. Vi guidi Maria, Stella dell' evangelizzazione! Come Lei docili alla volontà del Padre, percorrete le tappe della storia da testimoni maturi e convincenti.
Con Lei e con gli Apostoli sappiate ripetere in ogni istante la professione di fede nella vivificante presenza di Gesù Cristo: «Tu hai parole di vita eterna!».
Dal Vaticano, 26 novembre 1995, Solennità di N. S. Gesù Cristo, Re dell' Universo.



OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
XI Giornata Mondiale della Gioventù
Domenica delle Palme, 31 marzo 1996

1. "Osanna al Figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore" 
(Antifona d’ingresso).
La Domenica delle Palme, nella quale la Chiesa fa memoria dell’ingresso trionfale di Cristo in Gerusalemme, costituisce come un solenne portale che introduce nella Settimana Santa. Guardando a questo giorno in chiave di spiritualità liturgica, possiamo considerarlo in qualche modo presente in ogni Celebrazione Eucaristica. Come, infatti, a suo tempo costituì la soglia degli eventi della Settimana pasquale di Cristo, così esso rappresenta costantemente la soglia del mistero eucaristico. Anzi, la soglia stessa della Liturgia. Nel momento in cui varchiamo questa soglia, noi ci accostiamo al centro del Mysterium fidei.
Questo Mysterium, "sempre e in ogni luogo" viene celebrato e compiuto da Cristo stesso, mediante il servizio del sacerdote, ministro dell’Eucaristia. Cristo, sommo ed eterno Sacerdote,giunge a Gerusalemme per compiervi il suo unico sacrificio, il sacrificio della Nuova Alleanza: prima, nell’ultima Cena del Giovedì Santo, come sacramento; poi, sul Calvario, come realtà redentrice.
"Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".
2. La sua venuta è una rivelazione, una rivelazione radicale ed integrale della santità di Dio: "Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth". "Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria... ".
Proprio questa Settimana - che, umanamente parlando, è colma fino all’orlo della sofferenza, dell’umiliazione, della spogliazione, in una parola: della kenosis di Dio - questa Settimana contiene la rivelazione della santità di Dio, culmine della storia del mondo. "Santo, Santo, Santo . . . Osanna nell’alto dei cieli".
Dal fondo dell’umiliazione redentiva di Cristo l’uomo riceve in dono la forza per raggiungere l’apice del proprio essere e del proprio destino. L’"Osanna nell’alto dei cieli" trova in questo giorno e in questa Settimana, che a ragione è detta "Santa", la pienezza del suo significato.
3. Da undici anni nella Domenica delle Palme si celebra la Giornata Mondiale della Gioventù. In un certo senso, si può dire che "giornata della gioventù" ha cominciato ad esserlo fin dall’inizio, fin dal giorno che oggi commemoriamo, quando i giovani di Gerusalemme andarono incontro a Cristo che entrava in città, mite ed umile, cavalcando un asino, secondo la profezia di Zaccaria (cf. Zc 9, 9). Andarono per salutarlo ed accoglierlo con le parole del salmo: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore . . . " (Sal 117, 26).
Cristo non dimentica. Quanto è avvenuto allora Egli lo ricorda. E anche i giovani ricordano. Cristo è fedele. E anche i giovani sanno essere fedeli verso chi dà loro fiducia.
Ed ecco che i giovani ritornano, di anno in anno, a questo incontro, nato dal loro incontenibile entusiasmo per Gesù e per il Vangelo. È iniziato così un pellegrinaggio che attraversa le diocesi del mondo intero e, ogni due anni, converge in un grande incontro internazionale, costruendo ponti di fraternità e di speranza tra i continenti, i popoli e le culture. È un cammino sempre in atto, come la vita. Come la giovinezza.
Quest’anno - a metà strada, per così dire, tra l’indimenticabile tappa di Manila e quella prevista a Parigi nell’agosto 1997 - l’itinerario del "popolo giovane" torna oggi a far sosta nelle Chiese locali, arricchito anche dall’esperienza del pellegrinaggio europeo alla Santa Casa di Loreto.
4. Carissimi giovani presenti oggi in Piazza San Pietro, a voi il mio speciale saluto! Rivolgo un caloroso benvenuto a quanti sono giunti da lontano, e in particolare ai giovani filippini, che tra poco passeranno la croce della Giornata Mondiale nelle mani degli amici francesi.
Abbracciare in questo giorno la croce, passarla di mano in mano, costituisce un gesto molto eloquente. È come dire: Signore, non vogliamo restare con te solamente nel momento degli "Osanna"; ma, col tuo aiuto, vogliamo accompagnarti nella via della croce come fecero Maria,Madre tua e nostra, e l’apostolo Giovanni. Sì, o Signore, perché "Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6, 68), e noi abbiamo creduto che proprio la tua Croce è parola di vita, di vita eterna!
Carissimi, voi ben sapete che il Signore non illude con falsi miraggi di felicità, ma dice: "Se qualcuno vuol venire dietro di me... prenda la sua croce e mi segua" (Mc 8, 34). Questo linguaggio è duro, ma è sincero, e contiene la verità fondamentale per la vita: solo l’amore realizza l’uomo e non c’è amore senza sacrificio. Andate, cari giovani, e portate questa parola di vita per le strade del mondo incamminato verso il Terzo Millennio. La Croce di Cristo è la speranza del mondo.
Nella liturgia della Domenica delle Palme, i giovani hanno un ruolo di protagonisti, come "i ragazzi ebrei", che "andavano incontro al Signore portando rami d’ulivo e acclamavano a gran voce: Osanna nell’alto dei cieli" (Antifona della processione).
. . .  Andavano incontro al Signore.
Giovani di Roma e del mondo! Cristo vi chiama: andateGli incontro!

ANGELUS
XI Giornata Mondiale della Gioventù
Domenica delle Palme, 31 marzo 1996

 
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Sarà ora rinnovato un gesto molto significativo: la consegna della Croce dell’Anno Santo. Igiovani filippini - la cui presenza qui in mezzo a noi ci riporta col pensiero e col cuore al memorabile incontro di Manila, nel gennaio dello scorso anno - affidano la Croce ai loro coetanei francesi, che si preparano ad accogliere a Parigi, nell’agosto 1997, la dodicesima Giornata Mondiale della Gioventù.
La Croce ci conduce spiritualmente al Calvario. Con Maria sostiamo ai piedi di Cristo morente. La Croce ci parla della misericordia di Dio. Lasciarci conquistare da questa misericordia sconfinata che interpella, trasfigura e salva, è la via per accostarci con rispetto e amore al dramma del Figlio di Dio che offre la vita per noi.
Carissimi giovani, sappiate leggere nella Croce la misura dell’amore di Dio: una misura senzamisura! Volgete lo sguardo verso il Crocifisso ed accogliete trepidanti il messaggio che Egli - il solo che ha parole di vita eterna - dirige a ciascuno. Da essa attingete la forza per sorreggere ed alimentare la vostra testimonianza di discepoli e messaggeri del Vangelo.

Dopo l'Angelus
Ai giovani filippini e a tutti i fedeli di lingua inglese
I greet with special joy the group of young people from the Philippines, accompanied by Bishop Rolando Tirona, Auxiliary of Manila. They have brought back to this Square the Holy Year Cross. Together with you I give thanks to the Lord for all the good things that his grace accomplished on the occasion of the World Youth Day celebrated in Manila. When you go back home, take the Pope's affectionate good wishes to all the other young people, and pass on his appeal to them to be generous workers in the new evangelization, so that the Gospel of Jesus Christ may be the light, truth and peace for the men and women of the great continent of Asia. Mabúhay Philipinas!
Ai giovani ed ai pellegrini di espressione linguistica francese
Je salue maintenant la délégation de jeunes des différentes régions de France, conduite par le Cardinal Jean-Marie Lustiger, Archevêque de Paris. Vоus êtes venus à Rome pour recevoir la Croix de l'Année Sainte, qui commence un pèlerinage en terre française jusqu'à la célébration de la prochaine Journée Mondiale des Jeunes, en août 1997. Au cours de la marche vers le troisième millénaire, la rencontre de Paris aura pour thème: « Maître, où demeures-tu? Venez, et vous verrez » (Io. 1, 38-39). Ainsi, nous repartons à la recherche du Seigneur, pour goûter la joie et la force de son amitié, et pour découvrir sa présence dans l'Église et dans nos frères.
Ai ragazzi e alle ragazze di lingua spagnola
Saludo con afecto a todos los jóvenes de lengua española testigos del paso de la Cruz de los jóvenes filipinos a los franceses. Estad, como María, presentes junto a Cristo crucificado, prueba suprema de su amor por nosotros, para que en esta Pascua podáis acoger más intensamente la nueva vida y testimoniarla a los demás.
Il saluto in lingua tedesca
Нerzlich grüße ich auch Euch, liebe Jugendliche aus den Ländern deutscher Sprache, die Ihr zum Weltjugendtag nach Rom gekommen seid. Erkennt im Kreuz des Herrn die unermeßliche Liebe Gottes und seid treue Zeugen dieser Liebe in Eurem Alltag!
Ai giovani e ai pellegrini di espressione linguistica portoghese
Queridos jovens de língua portuguesa, Сristo tem necessidade de vós para anunciar o Evangelho ao mundo. Que o Dia Mundial da Juventude ajude a recordar a necessidade de um empenho missionário audacioso, com a vossa fé e a alegria de servir a Deus, e a intercessão maternal de Maria Santíssima.
Ai pellegrini polacchi
Serdecznie pozdrawiam także młodzleż polską, obecną na placu św. Piotra, oraz tych, którzy słuchają mnie prrzez radio i telewizję. Jesteście wezwani, aby wyjść naprzeciw Chrystusa, Odkupiciela człowieka, bo tylko On « ma słowa życia wiecznego » (Cfr. Io. 6, 68). Jesteście wezwani, aby nieść światu Jego orędzie miłości zawarte w Krzyżu i Zmartwychwstaniu.
Appello per l'immediata liberazione di sette monaci della Trappa sequestrati in Algeria:
In questo tempo di passione del Signore, il nostro pensiero e la nostra preghiera raggiungono i sette monaci della Trappa di "Notre-Dame de l’Atlas" in Algeria, tuttora nelle mani dei rapitori.
Mi appello al senso della fraternità umana, chiedendo l’immediata liberazione di quei religiosi che hanno scelto di restare, quali testimoni dell’Assoluto, in mezzo a una popolazione musulmana con la quale avevano stabilito, da anni, legami di amicizia e di mutuo rispetto.
Possano essi tornare, sani e salvi, nel loro monastero e ritrovare il loro posto tra gli amici algerini! Voglia Dio ispirare tutti i cittadini di quella Nazione, affinché intraprendano senza tardare il cammino di una pace vera, tanto attesa dalla popolazione!

© Copyright 1996 - Libreria Editrice Vaticana

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